Save the date | Radio – Lost and Found

In espansione o in estinzione, dominante o colonizzata, ogni società è in perpetuo mutamento e si rispecchia – passato, presente e futuro (a volte per necessità altre per velleità) in un colpo solo – in quel che costruisce, che abbandona e che distrugge. Quando una cultura inizia a smarrire la sua identità i non-luoghi spuntano come funghi, al contempo causa e conseguenza del globalismo che tira dritto come uno schiacciasassi, senza dubbio alcuno (omòlogati o finisci “conservato” in un museo). Aeroporti, centri commerciali, stazioni, mega-fabbriche: spazi altamente codificati che vivono parallelamente e quasi indipendentemente alle città dove ficcano le fondamenta. A Helsinki, a Città del Capo o a Sydney un aeroporto è sempre un aeroporto: sai come funziona, sai dove andare, ha la stessa lingua franca (l’inglese) e probabilmente potrai comprare più o meno le stesse identiche cose che troveresti in qualsiasi altro.

Ed è quando la società abbandona i suoi non-luoghi, quando fa le valigie e li lascia in stato di abbandono, che il locale ritorna di prepotenza a “riqualificare” quei buchi neri urbanistici in case di fortuna, spazi o sociali. Interstizi, crepe, sacche o strappi del tessuto urbano diventano stagnanti isole di degrado o vitali oasi di cultura (dipende da chi arriva prima o lo fa con più determinazione o disperazione), di solito invisibili ai più, che di pieghe vedono solo quelle del lenzuolo, al mattino, o sulle camicie non stirate, l’occhio assonnatto affacciato a una finestra, lo sguardo che prova a tendersi lontano senza riuscire a scavalcare i confini di una città, ignaro che dietro a quel che vede – i palazzi, le vie, il negozio all’angolo e il semaforo col rosso che non finisce mai – c’è un vibrare di corpi, ossa, nervi, muscoli e vene, pronti in egual misura a esplodere o a trascinarsi un giorno dopo l’altro ai margini della “vita normale”.

E allora è compito dell’artista scovare e puntare il dito, raccontare con poesia o documentare senza filtri quel che è evidente ma nascosto, perso e ritrovato. Lost and Found, come la bella mostra che da domani aprirà le porte presso il mai abbastanza celebrato spazio Radio, tra le realtà milanesi più interessanti degli ultimi tempi e setting perfetto per un’esposizione che vede artisti provenienti da diverse discipline confrontarsi attraverso la fotografia (Luca De Sienna), l’installazione (Ana Gucic) e la musica (Raffaele Costantino e Fabrizio Bosso per la parte live; Lorenzo Senni e Palm Wine per il dj-set) con la vita sommersa e (quasi) sconosciuta di una piccola metropoli come Milano.

QUANDO: 19 aprile 2012 | 19,00 – 23,30
DOVE: Radio & Circus Gallery | via Pestalozzi 4, Milano | mappa | fb

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