Se è vero che la vita ti pone continuamente di fronte a delle scelte, le altre saranno pure autoindotte ma allo stesso modo inevitabili.
Così lo shopping online… quando ti piglia quell’attacco compulsivo di dover per forza soddisfare un bisogno di acquisto ridondante, non sarà certo un quartiere cittadino a placare la tua sete.
Ovviamente tutto il mondo della rete è una piazza più accettabile, e allora surfare tra le offerte è uno degli sport invernali più praticati, in barba ai saldi stagionali e alle vendite speciali e a quelle esclusive con i pass, i gadget e le foto ricordo.
Sui motori di acquisto online, quelli nati come canale per appassionati che vogliono promuovere i prodotti fatti con le loro manine d’oro (non saranno vero i Rakam anni 80 della mamma stipati in soffitta in un sacco nero ad ispirarti?! Basta pensare che il loro contenitore è già la prefigurazione di un’altra certa fine) e cresciuti come vetrina preliminare per chi è destinato ad avere uno spazio fulminante nei negozi accreditati, posso prendere di tutto e in totale discrezione, nessuno saprà mai che nel mio carrello potrei avere una testa indigena presunta tale rimpicciolita sui carboni ardenti o un alieno in un autentico barattolo in vetro reattivo alle luci dei night club, o una bambola artigianale (di quest’ultima abbiamo anche una diapositiva) il cui viso è stato realizzando manipolando una piccola mela durante il suo processo naturale di disidratazione.
Tutte cose insomma che danno delle belle soddisfazioni.
Ma anche qui il posizionamento deve esser netto, perché o sei un buyer o sei un seller, dal momento che se fai bene una cosa, non puoi saper fare altrettanto bene il suo esatto contrario ed io purtroppo lo sappiamo tutti in quale categoria sto, e per di più seriale, maniaca del doppio al punto tale che quando mi piace un oggetto… lo voglio in tutti i suoi esemplari, così da imbarcarmi in campagne di rastrellamento di tutti i gemelli di una specie e delle loro varianti artificiali.
Anzi, di certe cose in particolare possiedo eserciti di cloni, ciascuno con la sua spiccata personalità.
Come alternative ad Etsy, vi ho già parlato di Ruby Lane (per il vintage e la costume jewelry in special modo) e dell’italianissimo Babirussa così in quest’occasione faccio un grande in bocca al lupo all’ultimo nato tra i nostrani, Ulaola, un mercato dove intrattenersi in affari proponendo il proprio personalissimo design – qui le regole per partecipare vendere e qui quelle per comprare.
Comprare e vendere non è mai stato così facile, più rapido di una pausa sigaretta, ti direi se fumassi.