The book is on the table | Carne (NSFW)

Per voi che lo avete fatto da soli/e o in compagnia, a scuola o in palestra, in bagno, nella vostra cameretta, in un locale pubblico o all’aria aperta, davanti alla tv, davanti al computer, di nascosto dai genitori, con un poster, un calendario, un giornale o una rivista, all’alba o nel cuore della notte, con o senza immaginazione, per godere, per noia o per gioco, seduti, in piedi, in ginocchio o sdraiati sul pavimento, al cinema, a teatro, in chiesa o in un cimitero, in vacanza o al lavoro, in macchina, in aereo, sull’autobus oppure in treno, con la destra, la sinistra o con tutte e due, sotto la doccia o sotto le coperte…

Hai mai letto descrizione più puntuale, quasi scientifica nel suo lasciar intravedere il completo ventaglio di scenari/ricordi/possibilità?
Che la fantastica copertina [di Jacopo Benassi, n.d.r.] – nudo su nero, divertito come la tettonica di gruppo di Electric Ladyland – non t’inganni: Carne è solo mascherata da fanzine di lusso ma in realtà viaggia sul binario diametralmente opposto da tutta quell’estetica del grezzo costruito ad arte, della provocazione tanto per, dell’esplicito che vorrebbe esser contenuto ma in realtà è puro abito, fine a sé stesso. E tra quelle e una vera fanza porno-anarchica come Carne passa la stessa differenza che c’è tra un modello vestito di stampe camo per una sfilata e un guerrigliero in mimetica che spara in mezzo a una foresta.

Perché la masturbazione, il sesso sfigato e quello estremo, il feticismo, i cazzi in culo e la mignottaggine possono pure esser militanti.
Vedi la libera interpretazione a mani legate e labbra (tutte) spalancate di Sesso e Potere di Bakunin, o il fantastico Amarcord illustrato anni ’80, con una geniale Cicciolina e il suo successo dell’87, Muscolo Rosso.
E che non ti venga in mente di pensare ad un volume come questo come ad un apoteosi coitocentrica dove la donna è relegata a puro oggetto sessuale. Non perché arriva l’ironia a salvare le apparenze, ma perché tutto il progetto parte dalla frustrazione, dalla cattolicissima frustrazione e relativa gabbia morale dalla quale provi, speri, a volte riesci ad uscire solo dopo anni di duro lavoro di decostruzione dei tabù. E l’interpretazione del porno che hanno dato i vari fumettisti e illustratori che hanno partecipato a Carne – Fabio Monster, Brucio, Champa Avellis + Simone Eleuteri a.k.a. Danno, Tisbor, Robo, Manzo, Victor Leopardo, Maska e Sara K.O., Cio, Mad Monkey, Simone Lucciola, Lorenzo D’Anteo, K28 ed Eolo – è sinceramente libera, più pura di mille morbose scene, immagini, storie “pulite” propinate dai media ogni giorno.

Onore al merito degli spezini di Lo-Fi Comics e dell’etichetta discografica Mescaleros che insieme hanno prodotto questo volume che, credo, piacerebbe anche ad uno dei migliori blog su porno-attivismo e sessualità radicale (tra le letture più interessanti che puoi fare, nottetempo o meno): Fastidio (occhio, contenuto esplicito: serve l’età ma pure l’intelligenza).

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