Powershop 3
a cura di Carmel McNamara, Sarah de Boer-Shultz and Marlous van Rossum-Willems
Frame Publisher 2012
Le strade sono piene di brutti negozi: vecchi e invecchiati male (da non confondere con quelli vecchio stile, da paragonare ad un vino d’ottima annata); freddi e impersonali come il prosciutto già confezionato al supermercato; schizofrenici, a volte, causa proprietari appassionati, o meglio, fanatici (vedi collezioni di peluche o ceramiche tra gli abiti), o peggio, artisti della domenica (e allora giù di mostre più o meno temporanee che sembrano la fiera del dilettante); complicati (tra vetrine e vetrinette non puoi muoverti, toccare, scegliere se non in compagnia di un commesso straziatore); selvaggi (la poetica delle cataste); claustrofobici (e senti il fiato sul collo, pure quello degli altri clienti); yo-bro (se non sei della compagnia, se non sai già come funziona, se non hai idea di chi, cosa, dove, come, quando, troverai difficile passare tra gli ostacoli invisibili che l’arroganza ha disseminato sul pavimento); salottieri (non pensare di uscire prima di aver sentito vita e avventure della proprietaria e di tutte le sue amiche che passano i pomeriggi lì a chiacchierare).
Poi ci sono i gioiellini, magari piccoli, magari pure arredati con pochi soldi ma frutto di un gusto e di una ricerca che è specchio di una bella anima, ovvero quella di chi sa quanto vale il saper vendere (oltre al prodotto che vendi) senza strillare, senza ammorbare, confondere, strizzare l’occhio, battere il cinque, farti sentire il re che non sei o la plebaglia che invece vuoi dimenticarti di essere, e sa accontentarsi solo dopo aver raggiunto il meglio possibile, per sé e per il cliente. Rari come tigri albine, di solito vivono di passaparola o per quel magnetismo strano che quando passi ti sussurra fin dalla vetrina e con metaforiche pacche sulle spalle ti porta dentro e ti lascia pure il gusto dell’esplorazione. C’è un libro che raccolga ed elenchi negozi così? Non che io sappia.
Ci si avvicina, però, Powershop 3, terzo e più aggiornato volume di una serie che è ormai una sorta di “pagine gialle” del retail design internazionale di alto livello.
Niente soluzioni povere, qui, ma tanta creatività.
Tra foto, piantine, indirizzi e schede il libro, in uscita il primo febbraio, raccoglie 173 negozi di tutto il mondo divisi per categorie: dalle boutiques ai supermercati passando per temporary stores, fornai e showroom d’automobili.
Da regalare al negoziante che odi di più o all’amico che sta per aprire un negozio (gli farai venire la depressione ma forse eviterai di farlo diventare uno dei pessimi esempi elencati sopra).