La prossima Regina di Danimarca progetterà montagne russe | intervista a John Grant

INTERVISTA SPETTINATA

Bastano pochi minuti con John Grant, il suo Queen of Denmark album dell’anno 2010 secondo Mojo, e ci si rende conto che “tutto quello che ti hanno raccontato fino ad ora, se proprio non è falso, perlomeno è tendenzioso”. Malinconico, va bene, intimista, ci siamo. Ma basta così. Lo abbiamo incontrato a Bologna, sdraiato su un divano a gambe all’aria, prima di uno show e già in procinto di partire per Firenze [domenica scorsa, terza ed ultima data italiana del tour, n.d.r.].

Impossibile condensare una chiacchierata con lui, impossibile condensare lui. Cucina, musica, creme per il viso, cinema (tanto cinema) e ovviamente esperienze personali. Sempre sotto lo sguardo attento di Nick, il manager, mentre il terzo del gruppo, Chris Pemberton, frizzante pianista e piacevole conversatore, lo incontreremo solo dopo il concerto.
Se qualcuno volesse conoscere dettagli diversi di questa serata, chieda pure. Noi siamo costrette ad un sintesi crudele.

Prima chiacchiera: il segreto di un’ispirazione

Non resisto, la mia glicemia stellare mi spinge a domandargli subito da dove gli sia arrivata l’idea di Marz, melodia malinconica con testo altamente calorico e decisamente psichedelico. Sconsiglio la visione del video ai detentori di carie.

Che le parole riproducano realmente il listino di un candy-shop che John frequentava nella sua infanzia già si sapeva, ma qui si va più a fondo.
Non sarà – per sua ammissione – un grande chef, ma John Grant ama il buon cibo.
Raccontandoci di quando lavorava in un ristorante, Il Baritono Pop si perde ad elencare i nomi dei vini italiani che imparò a conoscere all’epoca “Rondinella, Molinara… Corvina, Brunello…”, il tutto mentre lo osservo con l’aria della mucca che guarda passare i treni.

Poi un’anticipazione sul nuovo album, una nota gastronomico-musicale che ci trasporta direttamente nell’intimo di una delle cucine della sua infanzia: dedicherà una canzone ad una torta di famiglia, la Butterscotch Cake, rivisitazione della Madeleine proustiana aromatizzata alla Vaniglia e Brown Sugar. Non tanto i segreti della preparazione quanto il sentimento che si sente nell’aria non sembrerebbe cosa da condividere con sconosciuti.
John Grant, pianista cinico vestito di nero, dove sei ora?

Seconda chiacchiera, una passione

Neanche da chiedere: il cinema. I riferimenti si sprecherebbero, ma l’accento va d’ufficio sulla Science Fiction. Tra Sigourney Weaver che rimanda alla Ripley di Alien, sterminatrice più maschia di un plotone di Marines, e gli strambi Supereroi del video di Chicken Bones, passando per Outer Space e un richiamo a Twilight Zone, John Grant riconosce di essere un vero fan.
Anche di horror-movies, da Dario Argento a Rosemary’s baby, film preferito. “Avete presente Ruth Gordon? [l’attrice che interpreta la vicina di casa, n.d.r.]… Brrrrr”.
E poi un consiglio: Halloween 3, anche per la colonna sonora.
Noi lo amiamo sempre un po’ di più.

Terza chiacchiera: un’icona

Mi sarei aspettata di tutto, ma certo non Madeline Kahn, “l’alter ego femminile di Gene Wilder nel folle universo di Mel Brooks”.
John Grant non è proprio per niente come lo hanno disegnato.

Quarta chiacchiera: “fashion”

Timidamente tasto il terreno. “I love fashion!” risponde. “Ma io non sono classe” precisa poi in italiano dimenticando una congiunzione inutile, tanto so che quel che dice non è vero.
Comodo più che elegante, ma di gusti costosi: ci mostra orgoglioso (e lo rifarà durante lo show) le due cuffie di cashmere appena comprate e il piumino tecnico islandese che peraltro tiene per tutta l’intervista.
Ma i suoi occhi, già taglienti, si illuminano nel pronunciare la parola Hermès, sfoggiando un improvviso e raffinato accento francese. E poi Acqua di Parma, il suo profumo preferito in inverno.
Segue un siparietto sui prodotti per la cura della pelle, con dettagliate istruzioni sull’uso di un favoloso tonico Kiehl’s e reciproco scambio di consigli sulla migliore gestione dei problemi della zona T del viso.

Quinta chiacchiera, in sospeso

Rimane irrisolta una questione. Dopo un’ora fitta fitta, senza interruzioni, arriva una domanda banale: “Tu che ami così tanto le parole, dimmi se ce n’è una che odi e che non useresti mai in una tua canzone”. Per la prima volta John rimane in silenzio. Si cala la cuffia di lana sugli occhi e si ferma a pensare. Nulla. Forse dorme? Poi si riprende “Dopo lo show ne riparliamo, ci penso e poi ti dico”.
“Va bene”, io sono fiduciosa. Ma già dentro di me so che rimarrà un interrogativo aperto. E infatti così è. Però non dispero. Magari ho generato un tarlo che richiede il suo tempo.
Se è vero che “siamo tutti bambini” e che questo suo “Queen of Denmark” è un “album di transizione sentimentale” (“Impressionante” replica a questa mia suggestione, ma sono quasi sicura che mi stia prendendo in giro…), forse la prossima volta che lo incontreremo avrà una risposta pronta.

Francesca Santoro

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Mostra Commenti (13)
  1. bella belle bello brave bravo brava
    letto avidamente passando da una colonna all'altra
    ed essendo calvo, non ero toccato ne dalla pettinata che dalla spettinata :)

  2. Complimenti alle due intervistAutrici: sia la petti che la spetti fanno venire voglia di ascoltare i componimenti del baldo giovinotto di cui all'oggetto; personaggio del quale io, in una plateale confessione d'ignoranza, non conoscevo (ahimè…) nemmeno l'esistenza…
    BELLO!

  3. Compilenti belle tutte e due le intervise…John Grant immenso
    Ps:le montagne russe sono le sue meravigliose canzoni

  4. Bella e curiosa l'idea dell'intervista doppia, continuate …!
    Ma John come ne è uscito dall'intervista dalle due aspiranti "parrucchiere".

    1. a parer mio, ma poi sentiamo la Pettinata, ha prima tentato di rifugiarsi nel sonno calandosi sotto la sua cuffietta di cashmere. Poi visto che non demordevamo si è prestato ai rituali baci e abbracci e poi è fuggito nella notte (letteralmente)… chissà se lo vedremo mai più … :D

  5. Brave brave………adesso ho ampliato le mie conoscenze musicali e -detto fra donne – il tipo è abbastanza “palpabile”.

    Saluti dalla tua omonima

  6. Mi è venuta voglia di andare in Danimarca, di provare le montagne russe, di ascoltare mr Grant e di rileggervi presto con e senza spazzola! Barbara

    1. (è venuta la barba anche al mio cane e al mio gatto a forza di ascoltarsi Mr. Grant, ma è una droga sottile, una volta che cominci dopo te lo canti anche la notte… non vedo l'ora che esca il secondo album. Ma nel frattempo esploro gli Czars, il suo primo gruppo. Baci, Francesca)

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