A dar retta a fanzines e blog, portali e magazines online che trattano il cibo come fosse una collezione di borse di nicchia, un look da boscaiolo o un oggetto di design, verrebbe da pensare che tutti, là fuori, stiano sempre seduti a mangiare verdure coltivate sul tetto di casa, cucinate usando ingredienti a km-0 come pure esotici formaggi limited edition e cereali ormai estinti, componendo piatti come se dovessero presentarli al salone del mobile, per pic-nic in compagnia di amici selezionatissimi richiamati con un tweet (facebook fa troppo massa) e immortalati da interi set fotografici senza titolo (oppure roba del genere: ✖▣☾✶〓▲) con compatte analogiche e rullini scaduti.
Ma se ci metti un uovo sopra, diventa tutto più buono.
