Un magazine per iPad (ma non cercarlo sull’App Store perché non è ancora disponibile al pubblico) dedicato all’arte del codice, linguaggio di programmazione che per qualcuno non è che una sfilza di geroglifici senza senso, per altri una sorta di linguaggio divino (da qui in avanti Codice) grazie al quale creare mondi che raramente, poi, s’accontentano di rimanere nella dimensione vaga del virtuale e se ne escono per diffondersi come virus nel solido mondo del tatto, del gusto e dell’odore (sensi per ora negati ai poveri pixel) nella forma vaporosa e inarrestabile delle idee o in quella ben più materiale (e materialistica, oltre che altrettanto inarrestabile) dei prodotti.
Void, come le migliori riviste per tablet, lo sfogli, lo leggi, lo ammiri, lo giri e rigiri, fai play e stoppi, scopri di artisti e ingegneri, di designers e visionari, leggi interviste, annuisci, fai cic-ciac e ti senti un uomo migliore.
Ma a differenza delle altre riviste per tablet Void puoi cambiarlo, mettendo le mani nel Codice e rivoluzionando il verbo, giocando a fare il piccolo Dio che gioca a cambiare il mondo, riscrivendone le regole su una tavoletta (e per averne una non serve andare sul Sinai).