7 foto e 7 domande, alle 7 di mattina, a fotografi che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Sara Angelini.
Ciao Sara, quanti anni hai e di dove sei? Da quanto scatti foto?
Ciao Simone, ho 34 anni e sono di Trieste.
Fotografo un po’ da sempre, lasciando la macchina nel cassetto a più riprese per poi riscoprirla di nuovo. Con continuità e con una certa urgenza di parlare attraverso le immagini, fotografo da sette anni.
La tua attrezzatura?
Viaggio leggera: una reflex D50 per il digitale e una Contax 139 quartz per l’analogico. Ogni tanto gioco “lomo” con una LC-A.
Cosa fai quando non fai foto?
Mi nutro d’immagini, suoni, parole. Cerco di tenere gli occhi “accesi”: guardo le nuvole, se sono stanchi. Prendo aerei appena posso.
Descrivimi la tua stanza.
La mia stanza ha le pareti bianche, tende rosse e libri dappertutto. In alto l’orchidea tenta di sopravvivere. O di sopportarmi. In entrambi i casi sembra che ce la faccia. L’angolo a sinistra appartiene alla chitarra blu.
La tua macchina fotografica pesa quanto…
Pesa troppo, a volte. Altre volte, no. Quelle son le volte fortunate.
Se il tuo immaginario fosse un film? O un libro?
Il film è senza dubbio Io e Annie. Poi c’è una punta di assurdo che assomiglia a Jack Lemmon nei film di Billy Wilder. La cassetta della colonna sonora la lascio fare a Wes Anderson.
Il libro è Holden.
Un fotografo/a che mi consigli di tener d’occhio?
Mi piace quello che vede Laura Rodari.