7am | Teresa Frausin

7 foto e 7 domande, alle 7 di mattina, a fotografi che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Teresa Frausin (qui il suo portfolio).

Ciao Teresa, quanti anni hai e di dove sei? Da quanto scatti foto?
Sono nata 26 anni fa a Pordenone e ora vivo a Trieste.
Ho iniziato a fare foto nel 2007 quando, grazie al consiglio lungimirante di un amico, ho iniziato ad usare una macchina a rullino.

La tua attrezzatura?
Scarna ma densa: una Canon FTB senza flash e una Pentax PC35AF con il flash che funziona quando vuole. La prima è un prestito, la seconda un regalo.
Di recente mi hanno regalato un’ottima digitale che uso solo per lavoro.
Sono fortunata, o forse solo pigra: non ho mai comprato nulla, tranne i rullini.

Cosa fai quando non fai foto?
Faccio foto di rado. Per la maggior parte del tempo lavoro: scrivo e disegno. Se non lavoro, perdo tempo in internet, faccio lunghe passeggiate, incontro i miei amici, vado al cinema, viaggio in treno. Aspetto di partire per posti bellissimi.

Descrivimi la tua stanza.
Accogliente e luminosa. Pareti bianche con foto e piccoli quadri fatti da amici. Vestiti sparpagliati su una sedia di vimini e piante su un tavolino. Una vecchia scrivania enorme con cassetti zeppi e un ripiano dipinto di verde ricoperto di riviste, fogli, computer, vasi di latta con penne, pennelli e matite.
La riordino ogni sera, e la sera dopo, inspiegabilmente, dev’essere sistemata di nuovo.

La tua macchina fotografica pesa quanto…
Tanto! Tanto da lasciarla a casa troppo, troppo spesso.

Se il tuo immaginario fosse un film? O un libro?
Purtroppo sono cresciuta con Jules e Jim (Truffaut), con quella Catherine tanto teatrale ed egoista da essere fastidiosa. Però… quella Parigi… quei vestiti… quel modo di fumare sigarette senza filtro e senza sensi di colpa…
E un libro? Da sempre, “Tenera è la notte”, di F.S. Fitzgerald. Ma non è un immaginario e nemmeno un orizzonte, per fortuna: troppa follia, troppo sfarzo, troppe case bianche con palme in giardino e psicanalisti al piano di sopra.

Un fotografo/a che mi consigli di tener d’occhio?
Una che non conosco: Roberta Ridolfi, che dall’Italia si è trasferita all’estero.
Una che conosco molto bene: Sara Perovic, che dall’estero si è trasferita in Italia.

Un messaggio

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