7am | Marta Nagostinis

7 foto e 7 domande, alle 7 di mattina, a fotografi che si svegliano presto o non sono ancora andati a dormire.
Oggi è la volta di Marta Nagostinis (qui il suo sito).

Ciao Marta, quanti anni hai e di dove sei? Da quanto scatti foto?
Ho 23 anni, vivo tra Milano, dove mi sono trasferita da poco a San Daniele del Friuli. Si, proprio quello del prosciutto, c’è una stretta correlazione tra me e il vostro panino al crudo.
Scatto foto da poco in realtà, non più di 3 anni.

La tua attrezzatura?
Molto varia, di base ho sperimentato tutto. Dalla reflex digitale con tanti-troppi megapixel, alla Lomo, alla Rolleicord del nonno, fino alla più becera cellcam.
La macchina che uso di più però è una vecchia Konica degli anni 70 che ho comprato su e-bay per pochi euro.

Cosa fai quando non fai foto?
Lavori brutti per pagare l’affitto, perdo tanti treni, disegno, leggo tutto, ascolto tanta bella musica e prego il mio personale pantheon di dei perché le mie passioni si traducano in un lavoro vero. Si, di quelli dove ti pagano pure.

Descrivimi la tua stanza.
Credo sia più semplice stilare la mappatura del genoma umano, diciamo che la quantità di riviste, libri, fogli, foto e ciarpame vario crea qualcosa di vagamente somigliante a un’installazione artistica… e non è un complimento.
Detto ciò, è anche l’unico posto dove riesco a trovare l’ ispirazione e a lavorare, anche se per molti, come io ci riesca, rimane un mistero insondabile.

La tua macchina fotografica pesa quanto…
Abbastanza da portarmi a sperare che non mi cada mai su un piede. E’ in metallo, siamo sull’ordine dei 2 kg temo.

Se il tuo immaginario fosse un film? O un libro?
Un qualsiasi film di Woody Allen dove lui è il protagonista, ma da un punto di vista puramente estetico e tecnico qualsiasi lavoro di Martin de Thurah.

Un fotografo/a che mi consigli di tener d’occhio?
Accipicchia, non mi viene in mente nessun italiano al momento, ma Jody Rogac e Dusdin Condren sono straordinari.

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