The book is on the table | I giorni e gli anni

I GIORNI E GLI ANNI (I)
di Uwe Johnson
Feltrinelli 2002 | amazon

Mi spiace un po’ consigliare questo libro, perché una volta che entri – se ti piace – vai a sapere quando ne uscirai. Per la storia, lo stile, ma soprattutto perché se ogni romanzo è un viaggio, I giorni e gli anni (il titolo prendetelo a mo’ di indizio) è uno di quelli organizzati da un’agenzia maledettamente, diabolicamente disorganizzata: prima ti dà il biglietto di andata e ritorno ma poi scopri che il ritorno parte da qualche altra parte, che prima di arrivare alla fine ci sono alcune tappe da fare e che per andare da A a B (dove però la strada verso casa parte da D) passeranno tre anni, tra B e C non si sa – io sono a quel punto del tragitto e ne sono già passati 6! – e a D speriamo di arrivarci…
L’agenzia poi non ti ha neanche detto di portarti una guida, ma questo te lo dico io. In cambio, se hai notizie su dove e quando si arriva a C direi che siamo pari. La guida, da leggere rigorosamente prima della partenza, è un capolavoro e anche se non è indispensabile – e all’apparenza più complicata del viaggio stesso (ma se sei tipo da guide che semplifichino la vita lascia perdere fin da ora e vai nel reparto manualistica…) – serve a mettere chiarezza sul chi, sul dove e soprattutto sul quando.
La guida comincia così, in corsa, ché se volevi un libro che ti aspetta lascia perdere, girati, e vai al reparto filosofie orientali:

Ma Jackob ha sempre attraversato i binari

Questo l’incipit, dove Jakob è già morto sotto ad un treno e tutti si chiedono perché. E’ un giallo? Non del tipo che immagini, anche se la tensione c’è, narrativa, stilistica, cerebrale.
Ti suggerisco però di tenere d’occhio una certa Gesine. Che fa, che dice, dove va. Gesine poi, insieme a sua figlia, sarà la tua compagna di viaggio – insieme ad una copia del New York Times – ne I giorni e gli anni. Viaggio lungo, mi sembra di averlo già detto, quindi meglio conoscere bene quelli seduti accanto. Ora devo avvertirti: non so se ti innamorerai di lei, questi dopotutto non sono affari miei, ma ti sembrerà di averla, certe notti, accanto a te sul letto, che parla e si sfoga e tu sei combattuto sul fatto se sia inopportuno o meno stringerla forte. Una che non basta chiudere il libro e se ne va, né bastano sei anni di limbo o dieci di letture frivole.

Ed ora gli indispensabili “forse non tutti sanno che”, stile depliant, che se non siete ancora convinti di comprare il biglietto forse vi faranno cambiare idea (o viceversa):

– forse non tutti sanno che I giorni e gli anni è una tetralogia, quattro libroni per circa 2000 pagine e finora Feltrinelli ne ha pubblicati solo due;
– forse non tutti sanno che sempre Feltrinelli aveva già pubblicato il primo volume (oltre ad altri romanzi dell’autore) nel ’72;
– forse non tutti sanno che l’autore, Uwe Johnson, è morto gonfio, alcoolizzato e praticamente sconosciuto, nonostante agli esordi fosse e successivamente post-mortem venne considerato come uno dei più grandi scrittori tedeschi (e non solo) di sempre;
– forse non tutti sanno che si può ancora leggere una recensione de I giorni e gli anni scritta da un Roberto Saviano pre-Gomorra;
– forse non tutti sanno che Margaret Von Trotta ha realizzato una mini-serie tv partendo proprio dal mega-romanzo di Johnson;
– forse non tutti sanno che invidio a morte lei, che ha potuto leggersi tutta la tetralogia in tedesco;
– forse non tutti sanno che se poi decidi di prendere parte al viaggio e ti ritrovi ad aspettare l’arrivo di C, ci sono anch’io, vediamoci per un caffè.

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