Di gente saggia, nel mondo della moda, ce n’è a bizzeffe. Solo che spesso lo scopri soltanto in privato perché la buccia, quello che deve vedere il pubblico, è talvolta effimera, intercambiabile, usa-e-getta come i flute di plastica dei parties.
Ogni tanto però spunta fuori qualche piacevole eccezione che, con ironia, riesce a puntare il dito contro tutto e tutti senza fare gossip, senza (s)cadere in patetici sermoni da zitella isterica e senza salire su piedistalli foderati di snobismo, praticando un moralismo (nel vero senso del termine, non nell’accezione negativa che ha assunto nei salotti della tele-democrazia) pungente con semplici didascalie associate ad immagini provenienti da magazines e siti web del settore.
L’anonimo fashion-moralista per ora non ha un volto, ma un blog su Tumblr: I Hurt I Am In Fashion.