Dev’essere interessante poter entrare nelle teste dei fashion designers per vivere, stagione dopo stagione, la genesi delle loro collezioni: ascoltare quello che ascoltano, immergersi nelle atmosfere, fotografare gli appunti mentali, i ritagli visivi, gli scampoli di idee che si intrecciano come tessuti.
Nella testa di Vivì “Vivetta” Ponti, nel periodo in cui ha concepito la collezione SS2011, dev’esserci stata una strana festa, un party pre-ferie in un gigantesco ufficio anni ’50/’60, pieno di separé, macchine da scrivere e mobili bar. Atmosfera su di giri.
Gente che balla nei corridoi. Dirigenti un po’ alticci che ci provano con le segretarie, immaginandole (s)vestite di trasparenze.
Poi arriva Roger Sterling Jr. e prende a cazzotti un grosso cliente che ha allungato le mani sulla sosia di Irma La Dolce e, dopo essersi infilato il cappello se la porta via tenendola a braccetto.
Dopotutto il suo vicino di casa glielo aveva detto: era ora di diventare mensch.
Ma forse sto solo facendo confusione. Sarà colpa della misconosciuta band rockabilly che suona in sottofondo (e che tra parentesi, col senno di poi, avrebbe amato le borchie di Vivetta) nella testa di Vivì.