La scuola dei sensi: Pitti Fragranze N.8

Occupandomi prevalentemente di moda, non ho dubbi che la vista sia il mio senso dominante e che gli altri quattro rimangano alquanto poco allenati. Ecco perché ero un po’ titubante quando Simone mi ha proposto di partecipare a Pitti Fragranze – un evento di Pitti Immagine dedicato alla profumeria artistica e di nicchia. Non avendo una spiccata sensibilità olfattiva, pensare di dover confrontarmi con annusatori professionisti non mi sembrava proprio una prospettiva allettante. Poi però mi sono fatta coraggio! E così sono partita per Firenze…


Come temevo, è stata una full immersion nel mondo degli odori – nuovi e antichi, piacevoli  e difficili  – per entrare in contatto con la moderna cultura olfattiva. Ed è così che – tra conferenze stampa, eventi e presentazioni speciali ed attraverso il continuo esercizio dell’odorato – sono riuscita, sorprendentemente, a riscoprire il mio quinto senso.

L’esperienza più significativa (e anche un po’ sconvolgente come a breve capirete) di questa giornata è stato senza dubbio l’incontro con Sissel Tolaas, ospite speciale di Fragranze N.8, con il progetto Fear. Di questa scienziata, chimica, linguista e artista d’origine norvegese vi ha già accennato Simone, raccontandovi della sua collaborazione con Mono.Kultur.

Essendomi documentata sul suo lavoro – controverso  e innovativo – non so perché, ma non mi aspettavo proprio di trovarmi davanti a una signora bella, affascinante e molto chic. Il suo caschetto biondo platino e il rossetto rosso fuoco non mi combaciavano affatto con la sua passione per l’odore del sudore maschile e altre, scusatemi, puzze! Perché è stato esattamente questo il fulcro del progetto presentato a Fragranze – riprodurre l’odore della paura tramite le molecole olfattive emanate dagli uomini in situazioni di terrore, spavento o panico e metterlo in scena grazie ad una parete-installazione, che gli ospiti di Pitti potevano annusare e toccare.

Come nel caso di molte opere d’arte contemporanea, uno può giustamente rimanere in dubbio, chiedendosi – ma che cosa vuol dire? Ecco, nonostante Sissel lavori anche con i marchi come Cartier e Adidas, il suo lavoro è in realtà completamente diverso da quello che uno – me compresa – si potesse aspettare. Come mi ha spiegato lei stessa, il suo obiettivo principale è soprattutto quello di invalidare i pregiudizi che ci fanno catalogare gli odori come buoni o cattivi. Per lei, i vari aromi sono innanzitutto veicoli di informazione, sistemi di comunicazione. Puzza, fetore – non esistono. La nostra percezione negativa di certe sensazioni è dovuta all’interpretazione sbagliata e al background culturale che ci impedisce di comprendere il pieno valore e significato di questi segnali.

Bene, dopo questo corso assai accelerato non potevo deludere la mia insegnante! Senza un attimo di tregua, cioè continuamente immersa nel miscuglio di fragranze varie ma allo stesso tempo carica e curiosa, mi sono recata alla conferenza sugli scenari olfattivi dei prossimi anni. Il dibattito, è stato reso ancora più coinvolgente dall’assaggio (!) delle principali tendenze olfattive emergenti.

Così, tra una tazza di tè dal retrogusto carnale, un bicchiere di vino con le note di cuoio e infine un po’ di gelato affumicato, ho conosciuto le preferenze dei consumatori più esigenti. In anteprima, vi posso rivelare che nei prossimi due anni al posto delle ormai obsolete fragranze dolci e floreali dovrebbero subentrare quelle opulente, sensuali o al contrario, quelle fresche e naturali – tendenze che indicano la voglia di lasciarsi alle spalle gli orizzonti della crisi.

Devo dire che, dopo questa giornata – e nonostante non mi fossi del tutto riconvertita alla filosofia Tolaas (riesco ancora benissimo a distinguere tra puzza e profumo) – il mio quinto senso si è allenato abbastanza! Volete una prova? Appena uscita dalla Stazione Leopolda, dove si è tenuto l’intero evento, ho apprezzato ed assaporato davvero l’aria fresca dello spazio aperto…


photos © Francesco Guazzelli

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