Oneglass: vino in confezioni monodose

Oltre a quello che c’è nella bottiglia, per il vino è fondamentale tutto il contorno: da ciò che ci mangi assieme (se, ovviamente, ci mangi assieme) fino alla compagnia e al posto.

In vita mia, oltre ad aver bevuto di tutto – dal vino che ti lascia addosso un ricordo più intenso di quello di un vecchio amore a quello in mega-fiaschi che corrode il fegato – ho anche avuto modo di sperimentare varianti quasi infinite per quel che riguarda il contorno: degustazioni (dall’ordinariamente al mediamente) chic si sono alternate a bevute selvagge, con lunghe parentesi giovanili fatte di ore passate in osterie/circoli, dove ero più di casa che a casa mia.

Una sola cosa non sopporto, a tavola come nella bottiglia: lo spreco.
E se è difficile veder sprecata anche una sola goccia di nettare bianco o rosso, con le bollicine o senza, quando sei con amici come quelli con cui sono cresciuto (passare in uno dei tanti paesini che punteggiano le colline attorno a Jesi (AN) per credere), in occasioni più formali capita spesso che un’ottima bottiglia rimanga abbandonata nell’angolino, mezza piena o mezza vuota.
In quel caso il contorno, il contesto, non è all’altezza del vino. Che sia un vino da 3€ o uno da 70€ è lo stesso.

Quindi superiamo il tabù che vuole insostituibile la classica bottiglia di vetro da tre quarti e quando è il caso valutiamo le alternative.
Come Oneglass, che ho appena scoperto su segnalazione dell’azienda che produce queste confezioni monodose di Pinot Grigio, Vermentino, Cabernet Sauvignon e Sangiovese.

L’idea è splendida, il packaging pure.
E a proposito del packaging: il materiale è poliaccoppiato, composto principalmente di carta e molto sottile. Quindi anche l’impatto ambientale è minimo.

Oneglass lo trovate qui e prossimamente sarà anche possibile acquistare online.

co-fondatore e direttore
Mostra Commenti (7)
  1. Prima volta che non sono d'accordo!!!!

    Odio tutto ciò che è monodose… e per il vino poi… L'immagine del vino è da sempre collegata a momenti di convivialità…. Cmq ci sono altri rimedi…Se avanza il vino a casa è un'ottima opportunità per cucinare con dell'ottimo vino: risotto? scaloppina? se si è al ristorante, si possono trovare degli ottimi vini sfusi della casa (soprattutto se sei nel Iesino). Alò

  2. Ok, in casa sono d'accordo.

    E di sicuro non lo troveremo mai nel 99,9% dei ristoranti e in nessun wine bar.

    Ma… aperitivo in negozio?

    Ristorante "ggiovane" da pausa pranzo (mobili di design, insalate, self-service)?

    Urban-scampagnata?

  3. Scusami, ma sono io che vivo in un altro pianeta!!! Di solito salto i pasti pur di non mangiare da sola figuriamoci se penserei a stappare una bottiglia di vino in solitudine!!! come non detto… e visto che sono le 19.00 ed è pure Sabato…. BUON APERITIVO!!! (qualunque cosa stiate stappando)

  4. Pensate anche ai limiti imposti dal legislatore per la vendita e somministrazione bevande alcoliche in forma itinerante…purtroppo si esclude la vendita di alcolici se questi non siano chiusi (sigillati) in contenitori non superiori ai 33 cl (la classica lattina per intenderci) e 20 cl per i superalcolici. Vorrei aprire uno street food di qualità ma privare la clientela di un buon vino già mi fa star male e proporre solo birra anche! Ben vengano soluzioni (o modifiche alla legge) che consentano di superare questi limiti assurdi! (tanto chi si vuole ubriacare trova sempre purtroppo il modo…) Prima di sparare a zero, pensiamo a tutte le motivazioni per cui nascono tali prodotti!

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