Ricordo che andando a curiosare nella collezione di lp di mio padre rimassi di sasso ad ammirare Electric Ladyland di Jimi Hendrix (in effetti, vista l’età, era più che altro per l’abbondanza di donnine – anch’esse abbondanti: beati anni ’60…).
Mi resi conto per la prima volta che tutto quel popò di carne nuda – scusate l’espressione – su una cassetta non ci stava e se ci stava di sicuro non era la stessa cosa.
Poi arrivarono i cd. Freddi come le lenzuola in dicembre, ma affascinanti perché ti ci potevi specchiare dietro, in una miriade di colori che uscivano fuori. Poi acquistai il mio primo cd cartonato, Vitalogy dei Pearl Jam, accompagnato dall’affascinante booklet con 36 pagine di disegni anatomici, stile ‘800: il cd acquistava finalmente una sua dimensione calda, al tatto e alla vista, che dava quel qualcosa in più anche alla musica.
Oggi siamo in piena era iPod. La musica perde il suo supporto fisico e al posto di interi scaffali pieni di dischi basta un hard-disk per contenerli tutti e uno schermo per sfogliare una dopo l’altra le copertine.
Eppure c’è chi ancora prova a fare del music packaging un’opera d’arte: su Hard Format trovate il meglio del packaging design odierno, tra cd, dvd e vinili.