Siamo arrivati, dunque, al delirio.
Dopo gli ammiratori, i fans e gli esaltati da una parte, gli snob, i denigratori e i semi-terroristi affettatori e incendiari dall’altra ora il mondo che ruota attorno alle Crocs si arricchisce di un altro esemplare: Crocsaccidents. Un blog tutto dedicato agli incidenti presumibilmente causati o favoriti dalle scarpe del coccodrillo.
Attenti, bambini, a non farvi risucchiare dalla scala mobile, che altrimenti vi porta via le dita dei piedi, questo più o meno il tenore del blog che comunque, sottolineo, è iniziato nel novembre 2006 e lì si è fermato.
Le conclusioni sono due. O erano tutte cavolate, oppure i bambini da allora non portano le Crocs.
Magari quest’estate, dopo che migliaia di famiglie targate Crocs se ne andranno un po’ in giro per centri commerciali, avremo qualche aggiornamento.
Fino ad allora mi chiedo: ma non si può, invece, rimanere indifferenti? Bisogna per forza schierarsi?
Io ne ho un paio arancioni. Per ora le porto in casa. Non mi hanno cambiato la vita. Né intendo farle a pezzi con il coltello da macellaio.
Perché continuo a parlarne, allora? Come già vi ho detto, cercando Crocs su google noi di Frizzifrizzi siamo ottimamente piazzati, e continuando a parlarne rimaniamo in buona posizione. Perché allora continuo a segnalare siti che ne parlano male? Primo perché ormai me lo sono quasi imposto come missione antropologica. Secondo perché tempo fa, visto l’enorme numero di persone che mandiamo settimanalmente sul sito delle Crocs, ho provato a contattare il responsabile commerciale della ArtCrafts, il distributore italiano delle calzature, per vedere se c’era modo di proporgli uno spazio pubblicitario sul nostro sito, e lui si è dimostrato un vero cafone…