Nel 2014 il quotidiano inglese Guardian andò a sbirciare tra i pasti dei soldati di alcuni eserciti (quelli che da noi si chiamano comunemente Razione K) e pubblicò un pezzo — con gallery annessa — in cui si parlava di un cena di beneficienza, tenutasi a Kabul durante la guerra in Afghanistan, durante la quale una giuria di diplomatici, ufficiali, operatori umanitari e contractors metteva a confronto le razioni e sceglieva la migliore (per la cronaca: vinse quello italiano; seconda la Francia).
L’anno dopo, in pieno Expo e dunque in tema con il focus dell’evento, le razioni K furono protagoniste di una bella mostra alla Triennale di Milano, ideata e curata da Giulio Iacchetti e intitolata semplicemente RAZIONE K – Il pasto del soldato in azione.
Oggi a subire il fascino di quei sacchettini pieni di cibo in polvere e in scatola è il fotografo Henry Hargreaves — che ha un lungo portfolio di opere a tema alimentare e, qualche tempo fa, il suo progetto No Seconds, in cui “immortalava” gli ultimi pasti dei condannati a morte, fece il giro del mondo.
Per la sua nuova serie, intitolata MRE Meals e dedicata appunto alle razioni militari (che negli USA si chiamano MRE, acronimo di Meal, Ready-to-Eat), Hargreaves ha collaborato con il filmmaker Jimmy Pham e con lo chef Chuck George per trasformare pasti altrimenti frugali in piatti degni di un ristorante stellato — a livello estetico, naturalmente, perché lo chef ha lavorato fondamentalmente solo sulla parte visiva.
