I marmi perduti di Martina Maffini

Seguendo il modello dei telefilm del Tenente Colombo, in cui lo spettatore conosce già l’assassino ma segue Peter Falk nella ricerca delle prove che lo porteranno poi a svelare il colpevole, in un vecchio scatto di diversi anni fa (questo), pubblicato in una piccola intervista che all’epoca feci con la fotografa Martina Maffini, si può ritrovare un indizio della sua fascinazione per le pietre e i minerali.

All’epoca la considerai semplicemente una bella foto. Oggi — col senno di poi — la rileggo come un primo spunto per Lost Marbles, progetto nato dall’incontro tra Maffini, originaria di Salsomaggiore ma oggi di base a Parigi, e uno scultore e collezionista di marmi antichi.

Fior di pesco, Pavonazzetto, Serpentino, Cipollino, Broccatello, Rosso Antico: i marmi (grande categoria che a volte, come ricorda Martina Maffini, comprende rocce che per durezza e struttura tecnicamente non lo sono) hanno nomi bellissimi, ricordano quelli dei vini, e variano in base al colore, alla screziatura, alla macchiettatura, alle venature, che assieme alle forme — regolari o casuali — sono poi gli elementi che escono fuori prepotentemente dagli scatti, perfetti nel loro minimalismo, con semplici sfondi monocromatici a esaltare ciascun pezzo della collezione.

Fior di pesco
(© Martina Maffini)
Marmo di Carrara
(© Martina Maffini)
Paesina
(© Martina Maffini)
Breccia di Settebasi, Skyros
(© Martina Maffini)
Pavonazzetto
(© Martina Maffini)
Serpentino
(© Martina Maffini)
Cipollino
(© Martina Maffini)
Marmo Pario
(© Martina Maffini)
Broccatello
(© Martina Maffini)
Rosso Antico
(© Martina Maffini)
Verde Antico
(© Martina Maffini)
Un messaggio

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