“Impact 1.0”, Unit Editions, 2016

In due libri la storia del design del XX e del XXI secolo attraverso le copertine delle riviste

Sebbene l’arcinota citazione di Mark Twain — «le notizie sulla mia morte sono fortemente esagerate» — si possa tranquillamente applicare al mondo della carta stampata (i libri continuano a vendere molto di più su supporti tradizionali rispetto a quelli digitali, l’editoria periodica generalista è pressoché crollata ma quella non generalista, frammentata in una galassia di piccole nicchie, continua a resistere e spuntano di continuo nuove testate), è pur vero che in alcuni settori la maggior parte dei contenuti prodotti, le novità, le “cose succedono”, le discussioni, le critiche, dunque la pratica e la teoria, si muovono oggi principalmente online.

Uno di questi settori è il design. Se fino a 10-15 anni fa per tastare il polso della situazione, scoprire le tendenze, avere una fotografia del cosiddetto zeitgeist della cultura visiva e progettuale, promuovere il proprio lavoro e confrontarsi col quello di altri professionisti, la scelta cadeva quasi esclusivamente sulle riviste specializzate, oggi ci sono i magazine online, i blog, i siti personali, le piattaforme come Behance, i social network.
Il problema però è che su web tutto è sincronico, tutto è “qui e ora”, il passato sfuma nel presente che a sua volta evapora nel futuro prossimo, offrendo sì una visione dinamica e orizzontale come mai prima d’ora sul panorama del design contemporaneo, ma al contempo schiacciandone per “overdose quantitativa” la prospettiva.

“Impact 1.0”, Unit Editions, 2016

La grande ricchezza delle riviste, consultate a posteriori a mo’ di archivio storico, è quindi il fatto di rappresentare una sorta di “belvedere” sul paesaggio storico del design, permettendo sia a chi fa ricerca che a chi cerca ispirazione di avere ben chiaro l’alternarsi delle tendenze, l’intrecciarsi di cause e conseguenze, di capire che tipo di linguaggio visivo usciva fuori da un certo clima politico o da un certo tipo di cultura.
In breve, come sostiene un esperto come Steven Heller — art director del New York Times per oltre trent’anni, docente e autore di decine di libri sul design —, «le riviste di design forniscono un inestimabile commentario che semplicemente non è disponibile in alcun altra forma».

Da qui l’importanza di conservare gli archivi dei magazine (vedi ad esempio le copertine di Idea, un tesoro cartaceo come quello della collezione Hyman) e, quando possibile, ristampare i materiali più preziosi (vedi Neue Grafik).

“Impact 1.0”, Unit Editions, 2016

Ad arrivare in aiuto di chi desidera mappare questo complesso scenario sono due volumi pubblicati dall’editore inglese Unit Editions, che sempre più si conferma come una delle più interessanti realtà tra quelle attente alla storia del design.

Intitolati Impact 1.0 e Impact 2.0 ed entrambi curati da Tony Brook e Adrian Shaughnessy, co-fondatori di Unit Editions, i due libri tracciano la storia delle riviste di design a partire dai primissimi anni ’20 — quando cominciarono ad essere pubblicati magazine specializzati (i cui “progenitori” risalgono però alla fine dell’800) — per arrivare al 2016, con il ’73/74 come ideale confine tra i due
volumi.

“Impact 1.0”, Unit Editions, 2016

Protagoniste assolute di Impact 1.0 e Impact 2.0 (che si possono acquistare anche in coppia) sono le copertine di magazine di grafica e di architettura, di interior design e di tipografia, considerate (a ragione) come le più rappresentative dei rispettivi momenti storici, realizzate da nomi del calibro di Paul Rand, Herbert Bayer, Yusaku Kamekura, Bruno Munari, Franco Grignani, Pino Tovaglia, Herb Lubalin, Seymour Chwast, Massimo Vignelli, Neville Brody, The Designers Republic, Experimental Jetset.

Ad aggiungere ulteriore valore a quest’operazione già utilissima non soltanto oggi ma anche in prospettiva di un suo utilizzo futuro, sono i saggi e le interviste a designer, art director, editori e critici.

“Impact 1.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 1.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 1.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 1.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 1.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 1.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 1.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 1.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 1.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 1.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 1.0” e “Impact 2.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 2.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 2.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 2.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 2.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 2.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 2.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 2.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 2.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 2.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 2.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 2.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 2.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 2.0”, Unit Editions, 2016
“Impact 2.0”, Unit Editions, 2016
Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.