Howard Finster scrive a un curatore a proposito di una futura mostra a Washington D.C.

Pen to Paper: un libro sulla calligrafia degli artisti

La scrittura a mano ha un futuro?, si chiedevano lo scorso novembre calligrafi, artisti, storici e docenti riuniti a Torino dall’Associazione Calligrafica Italiana per un convegno internazionale che portava lo stesso titolo della fatidica domanda.

In attesa di conoscere gli esiti dell’incontro (e sperando che vengano in qualche modo pubblicati gli atti) è interessante andare a rileggere le premesse che hanno portato a organizzarlo.
«Per secoli, la scrittura è stata un’abilità manuale condivisa da tutti ed ogni individuo aveva uno stile personale e leggibile. Possedere una buona scrittura era necessario sia dal punto di vista sociale che professionale», scriveva l’Associazione nella presentazione dell’evento, sottolineando poi come le tecnologie digitali stessero mettendo a dura prova questa pratica, col risultato di avere un «numero crescente di adolescenti e giovani che non hanno mai posseduto una scrittura leggibile».

208 pagine e 120 illustrazioni, “Pen to Paper – Artists’ Handwritten Letters from the Smithsonian’s Archives of American Art” è stato pubblicato nel 2016 dalla Princeton Architectural Press

Necessario sia dal punto di vista sociale che professionale.
Mi preme sottolineare questo passo perché va a toccare anche l’argomento del libro di cui sono qui a parlare, protagonista del quale è sicuramente la scrittura a mano, praticata però da mani di donne e uomini le cui professioni escono dall’ordinario: gli artisti.
Pittori, scultori, fotografi, designer, scrittori che, appunto per lavoro, tendono a romperle, le regole, o a crearne di nuove, piuttosto che uniformarsi ad esse.

Marcel Duchamp, Berenice Abbott, Grant Wood, Willem de Kooning, Alexander Calder, Jackson Pollock, Cy Twombly, Ray Johnson, Claes Oldenburg, Alfred Stieglitz, Edward Weston, Eero Saarinen, Saul Steinberg, Max Weber. Sono solo alcuni dei nomi che appaiono in Pen to Paper, pubblicazione uscita nel 2016 e curata da Mary Savig per i tipi della Princeton Architectural Press.

Savig, che di mestiere fa la curatrice degli archivi sull’arte americana dello Smithsonian Museum, ha raccolto alcune delle lettere e delle cartoline più interessanti vergate a mano dagli artisti per la loro corrispondenza con amici, parenti, colleghi, giornalisti e critici, puntando l’attenzione non sul contenuto (sugli epistolari celebri, dopotutto, sono usciti e continuano a uscire centinaia di saggi) bensì sulla forma, cercando di capire cosa racconta la scrittura, intesa come segno, in merito al personaggio, e dimostrando come lo scrivere — dalla scelta della carta a quella dello strumento, dall’uso dello spazio allo stile del corsivo — possa essere in sé un atto artistico.

Howard Finster scrive a un curatore a proposito di una futura mostra a Washington D.C.
cartolina di Claes Oldenburg alla storica dell’arte Ellen H. Johnson, agosto 1974
lettera dell’artista americano Thomas Eakins
una cartolina del 1970 realizzata e scritta dall’artista di collage Lenore Tawney
da “Pen to Paper”, a cura di Mary Savig, Princeton Architectural Press, 2016
da “Pen to Paper”, a cura di Mary Savig, Princeton Architectural Press, 2016
da “Pen to Paper”, a cura di Mary Savig, Princeton Architectural Press, 2016
da “Pen to Paper”, a cura di Mary Savig, Princeton Architectural Press, 2016
da “Pen to Paper”, a cura di Mary Savig, Princeton Architectural Press, 2016
da “Pen to Paper”, a cura di Mary Savig, Princeton Architectural Press, 2016
da “Pen to Paper”, a cura di Mary Savig, Princeton Architectural Press, 2016
da “Pen to Paper”, a cura di Mary Savig, Princeton Architectural Press, 2016
da “Pen to Paper”, a cura di Mary Savig, Princeton Architectural Press, 2016
da “Pen to Paper”, a cura di Mary Savig, Princeton Architectural Press, 2016
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