Uova, musica e Krug Grande Cuvée

C’era un uovo, anzi l’uovo – l’articolo determinativo meglio si adatta ad uno dei protagonisti indiscussi di questa storia -, lo chef Leonardo Vescera (Il Capriccio), chiamato a cimentarsi con questo alimento, il talentuoso pianista Orazio Sciortino e le bollicine della Krug Grande Cuvée.

C’era Olivier Krug, sesta generazione della famiglia che ha fondato la Maison di Champagne Krug, c’ero anch’io, con un vestito forse troppo scollato, c’era l’uomo che, abbagliato dalle mie grazie forse sovraesposte, per almeno 3 ore ha creduto di volermi sposare, c’erano un centinaio fra giornalisti, brand manager, clienti e Krug lover da tutta Italia. Tutti insieme in una tiepida serata di inizio ottobre al Krug Festival Milan a celebrare due riusciti, sebbene inaspettati, connubi: quello tra Krug Grande Cuvée e l’uovo, e quello tra la Maison Krug e la musica.

(foto: Claudia Calegari)
(foto: Claudia Calegari)

Partiamo da quello più consolidato tra i due, il legame tra Krug e la musica. A partire dal 2014, Krug invita giovani talenti della musica, provenienti da tutto il mondo, a Reims, qui fa visitare la propria sede, conoscere la filosofia della Maison, gli Champagne, e poi chiede loro di dar vita — scegliendo fra le proprie opere o fra quelle di altri autori — ad una playlist da ascoltare degustando gli Champagne Krug perché, se “la vera essenza dello Champagne è il puro piacere”1, tale piacere non può che aumentare quando la degustazione è accompagnata dalla buona musica.

Il risultato di queste collaborazioni è condiviso sulla Krug App e sul sito.

(foto: Claudia Calegari)
(foto: Claudia Calegari)

Quest’anno, per la prima volta, al musicista, oltre alla playlist, è stato chiesto di creare un brano originale interamente dedicato a Krug, così il giovane pianista italiano Orazio Sciortino, ha composto Lives through a glass, in abbinamento a Krug Grande Cuvée.

Il brano, che fa parte del nuovo album di Sciortini Self Portrait, è stato presentato in anteprima mondiale durante la serata Krug Festival Milan.
«Si può “ascoltare” un calice di champagne così come un brano musicale, e lasciare che la nostra memoria faccia le sue associazioni sonore e olfattive, in quella libera danza di suggestioni, contemplando le nostre infinite sfumature» ha dichiarato il pianista.

(foto: Claudia Calegari)
(foto: Claudia Calegari)

La seconda felice unione festeggiata durante la serata milanese è quella tra Krug Grande Cuvée e l’uovo, “celebrante” per l’occasione, con il piatto Ravioli di pasta alla carbonara liquida con mousse di formaggio pecorino, lo chef pugliese Leonardo Vescera, che è uno dei 17 chef protagonisti del libro In camicia, strapazzate o fritte?.

Per il secondo anno di fila, infatti, la Maison ha deciso di (mettersi) mettere alla prova gli chef delle Krug Ambassade sparse per il mondo, facendo interpretare loro un unico alimento da abbinare alla Krug Grande Cuvée. Così, se il 2015 per Krug e i suoi chef è stato l’anno della patata, il 2016 è l’anno dell’uovo. Un alimento semplice e diffuso nelle cucine di tutto il mondo, ma allo stesso tempo complesso ed inconsueto come abbinamento con lo Champagne.

(foto: Claudia Calegari)
(foto: Claudia Calegari)
(foto: Claudia Calegari)
(foto: Claudia Calegari)
(foto: Claudia Calegari)
(foto: Claudia Calegari)
(foto: Claudia Calegari)
(foto: Claudia Calegari)

17 chef provenienti da undici paesi e tre continenti, due gli italiani: Umberto Bombana (81⁄2 Otto e Mezzo Bombana, Hong Kong) e Leonardo Vescera (Il Capriccio), e poi Ryan Clift (Tippling Club, Singapore), Vivien Durand (Le Prince Noir, Francia), Hiroyuki Kanda (Kanda, Giappone), Arnaud Lallement (L’Assiette Champenoise, Francia), Bert Meewis (Slagmolen, Belgio), Christopher Millar (Stellar, Singapore), Michael O’Hare (Man Behind The Curtain, UK), Uwe Opocensky (Mandarin Grill & Bar, Hong Kong), Tim Raue (Tim Raue, Germania), Yosuke Suga (Sugalabo, Giappone), Nurdin Topham (Nur, Hong Kong), Torsten Vildgaard (Studio, Danimarca), Kirk Westaway (Jaan, Singapore), Michael White ( Marea, USA), James Won (Enfin By James Won, Malesia) sono stati riuniti in tre grandi città: Hong Kong, Parigi e New York, e messi alla prova, al fine di ideare un piatto a base di uovo da dedicare alla Maison Krug, che li ha fotografati (a cura di Jenny Zarina) e raccolti nel libro In camicia, strapazzate, o fritte?”, un interessante viaggio gastronomico tra storia, tradizione ed innovazione.

Come sa bene chi come me ha avuto modo di goderne durante la serata al Cross Studio di Milano, due unioni perfettamente riuscite, per la terza, quella che riguarda me: sarà per la prossima volta!

immagine tratta dal libro “In camicia, strapazzate, o fritte?”
immagine tratta dal libro “In camicia, strapazzate, o fritte?”
immagine tratta dal libro “In camicia, strapazzate, o fritte?”
immagine tratta dal libro “In camicia, strapazzate, o fritte?”
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immagine tratta dal libro “In camicia, strapazzate, o fritte?”
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