Paul Smith’s Cycling Scrapbook: il baronetto della moda e la passione per il ciclismo

In un ipotetico e improbabile numero speciale della Settimana Enigmistica dedicato alla moda, nella celeberrima sezione “Forse non tutti sanno che…” ci sarebbe spazio per la passione di sir Paul Smith per il ciclismo.

la copertina del libro, in uscita a giugno
la copertina del libro, in uscita a giugno

Forse non tutti sanno che—per l’appunto—il futuro baronetto lasciò la scuola a 15 con l’intento di darsi al ciclismo professionistico, cominciando a lavorare nel frattempo in un magazzino d’abbigliamento. A 17 anni, tuttavia, un grosso incidente mise fine ai suoi sogni su due ruote e dopo sei mesi passati in ospedale Smith decise di puntare sulla moda, si iscrisse a un corso serale di sartoria, aprì il suo primo negozio a 24 anni e il resto, come si dice in questi casi, è ormai storia.

Ma se un sogno viene accidentalmente infranto non è mica scontato che la passione appassisca! E lo stilista, ormai quasi settantenne, quella ha continuato a portarla avanti, seguendo sempre da vicino il mondo del ciclismo, stringendo amicizie con grandi campioni, collaborando spesso e volentieri con marchi del settore, disegnando persino (nel 2013) le maglie per il Giro d’Italia, collezionando riviste, cimeli, opere d’arte ispirate al mondo della bici.

Proprio dal suo sterminato archivio arriva il materiale raccolto in Paul Smith’s Cycling Scrapbook, un libro di oltre 250 pagine e 400 illustrazioni in uscita a giugno per l’editore Thames & Hudson. Un libro, soprattutto, che probabilmente piacerà a tutti e tre i “mondi” in cui è immerso Smith: quello della moda, quello del ciclismo e quello dell’arte (tra l’altro nel volume ci sono i ritratti di alcuni grandi campioni realizzati dal pittore e illustratore Karl Kopinski, che è di Nottingham come lo stilista)

È lo stesso Smith, nel volume, che è organizzato in nove sezioni, a raccontare di bici, di gare, di storiche imprese e ovviamente di stile, con l’aiuto in veste di editor del giornalista sportivo del Guardian Richard Williams.

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tutte le immagini via It’s Nice That ed exhibitionsinternational.org

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