Studi Festival: per 5 giorni gli studi creativi di Milano aprono le porte al pubblico per una serie di eventi

C’è quello pieno di bici, quello sporco di vernice, quello che underground lo è letteralmente, perché sta sotto terra. C’è quello con le pareti tappezzate di foto, quello pieno di piante, quello dentro a un vecchio appartamento, coi pavimenti d’epoca, la porta a vetri che cigola e la scrivania piena di cose. C’è quello tutto “sgarrupato” e quello lindo, bianco e immacolato che ti verrebbe voglia di leccare le pareti e i pavimenti per sentire il sapore svizzero della neutralità.

Sono gli studi degli artisti, dei designer, degli architetti, disseminati per tutta Milano e di solito aperti solo a chi ci lavora, ai clienti, agli amici. Per cinque giorni, però, dal 15 al 19 marzo prossimi, saranno aperti anche al pubblico per un duplice scopo: mostrare dove si lavora e allacciare inedite collaborazioni ospitando mostre e performance e incontri con altri artisti.

(foto via Studi Festival)
(foto via Studi Festival)

Per quanto riguarda il primo, mi chiedo: fa differenza vederlo il luogo in cui si lavora? Cambia in qualche modo la percezione del lavoro in sé? Mentre me ne sto davanti alla scrivania, sul mio soppalco, dentro casa, spesso tra il vociare delle mie figlie e gli odori di sugo sul fuoco, in un vecchio condominio della Bolognina a fare Frizzifrizzi, che da fuori viene spesso percepito come qualcosa di molto più luccicoso, etereo, “open space”—diciamolo pure: ricco—penso che in parte sì, la cambi la percezione, perché offre una cornice, “spaziale” ma anche e soprattutto emozionale.

Per quanto riguarda il secondo, invece, non c’è dubbio che l’intrecciarsi tra opere, storie e luoghi potenzialmente possa creare—anche al di fuori dell’evento in sé—qualche corto circuito di cui magari vedremo gli effetti tra qualche mese o qualche anno.
Dopotutto sono ben 77 gli studi coinvolti, altrettante le mostre e un totale di oltre 500 artisti esposti.

(foto via Studi Festival)
(foto via Studi Festival)

Ad organizzare il tutto è Studi Festival, iniziativa arrivata alla sua seconda edizione, ideata e curata da Vincenzo Chiarandà e Anna Stuart Tovini di Premiata Ditta (pionieri della cosiddetta “Arte relazionale”, già fondatori di UnDo.Net ) insieme a Claudio Corfone e Rebecca Moccia, con la collaborazione della Scuola di Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera e Xac, Scuola di pratiche curatoriali.

Per sapere chi fa cosa, e dove, rimando al sito del festival, dove si può scaricare l’intero programma in pdf e dove c’è pure una mappa divisa per zone, dato che per ogni giorno di Studi Festival l’attenzione sarà su un’area specifica: Milano nord est il primo giorno, domani; Milano est il 16 marzo; Milano sud il 17; Milano ovest e centro il 18; Milano nord ovest, infine, il 19.

(foto via Studi Festival)
(foto via Studi Festival)
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