(foto: Frizzifrizzi)

Perché Blu sta cancellando i suoi murales a Bologna

Da casa mia all’XM24 ci sono esattamente 650 metri a piedi. Per arrivarci devo passare accanto a una chiesa, a un centro massaggi cinese, a un sexy shop, a un’officina per la riparazione delle bici e a svariati negozi di kebab e bar e tavole calde che di questi tempi stanno al centro del gran clamore che c’è attorno al presunto degrado della Bolognina, il quartiere in cui abito, il quartiere della famosa Bolognina, svolta della-, il più popoloso, popolare, multietnico della città.

L’XM24 è un centro sociale. È lì dal 2002, quando sono stati occupati gli spazi dell’ex-mercato ortofrutticolo della città, costruito nel ’39 poi trasferito in un’altra zona nel ’94. È lì che ho conosciuto la mia dolce metà, quasi quattordici anni fa. È lì che vado ancora, quando trovo le forze e il tempo, a vedere qualche concerto, e il giovedì a bere, mangiare e far spesa al mercato della terra, che ospita i produttori agricoli della zona.

Da quando abito in Bolognina l’XM ha le opere di Blu dipinte sulla facciata e sui lati dell’edificio. Impossibile non vederle. Il cielo solo sa quante volte ci sono passato davanti assieme a mia figlia grande che, regolarmente, chiedeva «chi li ha fatti questi disegni? Cosa significano?». E io giù a raccontare. Passare di lì era pure diventato un espediente per fare due chiacchiere in qualche giornata altrimenti un po’ scura.

(foto: Frizzifrizzi)
(foto: Frizzifrizzi)

Stamattina, su Facebook, dal post di un amico, scopro che Blu sta cancellando le sue opere dai muri di Bologna. Il post linka un articolo di Radio Città del Capo (che nel frattempo è stato aggiornato e arricchito con foto e video) dove all’inizio campeggiava una foto di qualcuno che con un rullo imbevuto di vernice grigia stava coprendo il più rappresentativo tra i pezzi di Blu in città, intitolato #OccupyMordor (questo—link via BologninaBasement) e realizzato nel 2013, pezzo che nel 2014 aveva già subito un attacco con la bomboletta spray, realizzato da qualcuno con “la mano incerta”.

Per capire il perché di questo gesto, l’auto-tabula rasa di Blu, però, occorre tornare indietro di qualche mese.
Verso la fine della scorso anno alcune opere di street art hanno cominciato ad essere “staccate” da i muri di Bologna.
Lo scorso dicembre il Corriere di Bologna aveva poi pubblicato un’anticipazione riguardo a una futura mostra sulla street art, mostra che avrebbe avuto il supporto di Fabio Roversi Monaco, già rettore dell’Università di Bologna e attualmente presidente di Genus Bononiae, percorso culturale e museale nato per volontà della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, di cui Roversi Monaco è a sua volta presidente (grandissimo accentratore di cariche, è di fatto l’eminenza grigia—e trasversale—della politica e dell’economia locale).

(foto: Frizzifrizzi)
(foto: Frizzifrizzi)

La notizia della mostra che, nelle parole dello stesso ex-rettore, servirebbe anche a «evitare che vadano in malora», scatenò un vespaio di polemiche tra sostenitori e non, e in questi mesi, soprattutto sulle pagine del magazine Artribune, sono comparsi numerosi interventi in proposito, tra le opinioni di Christian Omodeo (curatore della mostra assieme allo storico dell’arte Luca Ciancabilla, che il suo pensiero l’ha invece affidato alle pagine del Corriere), quella di Renato Barilli (storico critico, docente di estetica ed arte contemporanea ed ex-direttore del Dipartimento di Arti Visive del DAMS), quella di una giurista, quelle di Fabiola Naldi e Claudio Musso (entrambi curatori nell’ambito della cosiddetta “arte urbana”) e quella dell’artista Flavio Favelli.

La mostra, che avrà il titolo di Street Art. Banksy & Co. – L’arte allo stato urbano inaugurerà il prossimo 18 marzo, tra meno di una settimana, dunque.
Nel frattempo, lo scorso 22 febbraio, uno tra gli artisti protagonisti inconsapevoli dell’esposizione, Ericailcane, aveva affidato ai social network la sua posizione in merito.

"Per tutti quelli che non rispettano il bene comune ed il lavoro altrui, capaci solo di rubare e vivere da parassiti"http://www.ericailcane.org/sito2/?p=437

Pubblicato da Ericailcane su Lunedì 22 febbraio 2016

(foto: Frizzifrizzi)
(foto: Frizzifrizzi)

Ed eccoci di nuovo a oggi. Al grigio che avanza sui muri dell’XM. Alla reazione—clamorosa—di Blu, che durante la notte ha cominciato a cancellare e ora tocca al suo pezzo più forte, tra i tanti che ci sono che c’erano in città.
Sconvolto dalla notizia, la rilancio sia sul mio profilo che su quello di Frizzifrizzi, dove in pochi minuti viene letto, condiviso e commentato da tanti lettori. Per la prima volta, da quando Facebook ha introdotto le famose “reactions”, su un post del nostro sito cominciano ad apparire le faccine arrabbiate.

Scopriamo (con amarezza) che Blu sta cancellando tutte le sue opere dai muri di Bologna.In reazione, com'è facile…

Pubblicato da Frizzifrizzi su Sabato 12 marzo 2016

Prendo lo zaino, ci ficco dentro la macchina fotografica, il tabacco e una bottiglietta d’acqua e mi precipito sul posto—i 650 metri di cui parlavo prima.
Lungo la strada è tutto normale. Ci sono dei bambini che escono da catechismo. Ci sono le signore che tornano a casa con la borsa della spesa. C’è un tizio alticcio con una birra davanti al sexy shop. C’è un gruppo di musulmani che va o torna dalla preghiera in qualche moschea, dentro a un appartamento o a un capannone.
Poi svolto per la via che porta all’XM e mi trovo davanti un panorama surreale. Questo.

Blu sta cancellando i suoi murales dai muri di Bologna.Qua siamo all'XM dove il tutto si è trasformato in una sorta di funerale. C'è la banda, c'è qualcuno che piange, ci sono i vigili che guardano e non sanno bene che fare. Gli autobus passano e la gente guarda dai finestrini. Ci si bacia, si danno le pacche sulle spalle, mentre un pezzetto di Bologna se ne va.

Pubblicato da Frizzifrizzi su Sabato 12 marzo 2016

Una piccola folla attorno ai ragazzi dell’XM e a quelli di un altro centro sociale, il Crash, che danno di rullo e scalpellano la facciata principale, quella di #OccupyMordor. C’è la banda che suona, ci sono i bambini, ci sono i curiosi, ci sono i giornalisti che fanno interviste, filmano, fotografano.
C’è chi piange, pure. La prima parola che mi viene in mente è “funerale”. Un funerale laico, di quelli all’anglosassone, dove si mangia, si suona, si balla.

(foto: Frizzifrizzi)
(foto: Frizzifrizzi)

Alcuni si piazzano attorno al rondò per costruire il quale è già stata smantellata parte del piazzale dell’XM. Passano gli autobus, passano le macchine. La gente si affaccia ai finestrini. Qualcuno urla. I più suonano il clacson perché vogliono passare. Arrivano i Vigili Urbani a controllare il traffico e a guardare i lavori in corso piuttosto indecisi sul da farsi. Non c’è nessuno da multare per imbrattamento, almeno stavolta (forse…).

Un ragazzo dell’XM viene a salutarmi, facciamo due chiacchiere e mi fa capire che non è finita qua. Che non finisce col grigio. O forse è quello che voglio sentirmi dire, in quel momento, e mi pare di interpretare ogni segnale di conseguenza.
Un’altra ragazza del centro sociale distribuisce fogli con su stampato il comunicato ufficiale, che è poi quello che ha scritto il collettivo Wu Ming stamattina, dove si dice:

Dopo aver denunciato e stigmatizzato graffiti e disegni come vandalismo, dopo avere oppresso le culture giovanili che li hanno prodotti, dopo avere sgomberato i luoghi che sono stati laboratorio per quegli artisti, ora i poteri forti della città vogliono diventare i salvatori della street art.
Tutto questo meritava una risposta.

Comincia a girare la notizia che anche DEM sta facendo lo stesso.

Incontro una mia amica. «Dove l’hai saputo?», mi chiede. È quello che si chiediamo un po’ tutti, quando si riconoscono e si salutano. «È surreale», dice lei, «ma è bellissimo, a suo modo, sembra un festa».
Un artista che conosco, e che conosce bene Blu, ha l’aria soddisfatta e mesta allo stesso tempo. Io me ne vado prima che il grigio ricopra tutto.
E il 18 marzo credo che i 13 euro che chiederanno per andare a visitare la mostra, li userò per qualcos’altro.

[piccolo update] appena finito di scrivere questo post mia figlia mi chiede cos’è che avevo tanto da fare, di sabato, da farmi saltare pure il pranzo. Le ho spiegato tutto. Lei li conosce bene i murales di Blu dell’XM.
Alla fine la sua dichiarazione è stata questa: «allora ha fatto bene. Se non vuole che i suoi disegni finiscano in museo, non vuole».

[update 2] l’opinione di Marco Enrico Giacomelli su Artribune.
[update 3] le reazioni del presidente del quartiere Navile (quello della Bolognina, ndr) Daniela Ara, quella del consigliere comunale del Pd Benedetto Zacchiroli e dell’assessore al Turismo Daniele Lepore.
[update 4] il post di Blu sulla sua pagina Facebook:

a bologna non c’è più blue non ci sarà più finchè i magnati magnerannoper ringraziamenti o lamentele sapete a chi rivolgervi

Pubblicato da BLU su Sabato 12 marzo 2016

[update 5] la dichiarazione del sindaco di Bologna, Virginio Merola.

Le scelte che riguardano l'arte non possono essere divise a priori tra giuste e sbagliate: Blu è un artista e come tale…

Pubblicato da Virginio Merola su Sabato 12 marzo 2016

E intanto sui profili Facebook e Instagram di Genus Bononiae piovono commenti (tipo qui e qui, qui. E pure qua, qua e qua).

Via twitter invece si discute (in pubblico e in privato) tra @wu_ming_foundt e @artribune:


[update 6] sul Manifesto Linda Chiaramonte intervista Omodeo, uno dei curatori della mostra, riguardo al gesto di Blu.
[update 7] grazie al post di bastaunosparo trovo i link alle interviste ad altri tre artisti, Soviet e Never2501 (pubblicata l’11 febbraio), e Nemo’s (pubblicata ieri).
[update 8] questa è molto interessante: Serena Beghelli, su Facebook, ci segnala questo pezzo scritto da Omodeo, uno dei curatori della mostra, uscito nel 2012 su Ziguline.

Nel pezzo, che consiglio di leggere per intero, tra le altre cose Omodeo scrive:

Se concordo pienamente sul fatto che si devono condannare i furti di opere realizzate dagli street artist in strada, è però altrettanto vero che importare nel sistema-mercato della street art una logica tipica del mercato dell’arte tradizionale – l’invendibilità di opere senza provenienza certificata – non basterà a fermare il fenomeno dei furti di street art.

E conclude:

Servono piuttosto strumenti nuovi e pensati su misura per proteggere opere d’arte che non devono poter diventare proprietà privata senza il consenso espresso dell’artista che le ha invece offerte allo spazio pubblico.

[update 9] l’assessore alla cultura di Bologna, Davide Conte, che era all’XM durante la cancellazione e che è anche stato intervistato dal Manifesto:

La grande provocazione di Blu che interroga sul futuro che vogliamo attribuire alla bellezza, alla cultura e in altre…

Pubblicato da Davide Conte su Sabato 12 marzo 2016

[update 10] dopo esser stato sopra alla vicenda praticamente 24h di seguito, compresa buona parte della notte, decido di staccare, devo portare mia figlia al compleanno di un suo amico di scuola, sicuro che pure lì si sarebbe parlato della questione, soprattutto perché chi per nascita chi per scelta chi per lavoro, figli, famiglia, case popolari, abitiamo tutti in Bolognina:

Qua per il momento la botta è passata e c'è da mettersi la camicia buona perché tra poco si va al compleanno di un…

Pubblicato da Simone Sbarbati su Domenica 13 marzo 2016

E difatti:

Come annunciato prima, sono andato al compleanno di un bimbo. Parlando con le altre mamme ovviamente è uscita fuori la…

Pubblicato da Simone Sbarbati su Domenica 13 marzo 2016

E quando torno scopro anche che il grigio non è più totalmente grigio.

(foto: Frizzifrizzi)
(foto: Frizzifrizzi)
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