Un libro non è solo un libro. Per esempio mia figlia piccola, 15 mesi, per ora usa i suoi (e i miei) come sedia. E ci piglia gusto.
«Sciù, sciù», continua a ripetere, chiedendomi di andare su, al piano di sopra, dove c’è la mia camera da letto ma soprattutto la libreria, ergo una gran quantità di sedie da provare.
Se poi seguirà le orme della sorella, che ormai di anni ne ha sette, probabilmente sperimenterà nuove funzioni: il libro come tenda/casetta, come recinto per i dinosauri, come mattone per costruzioni più complesse e dotate di torri d’avvistamento, come pista per le macchinine, isola per naufraghi dispersi nell’oceano-pavimento, scalette per far raggiungere ai peluche quella sorta di Eldorado che è il letto.
Perché se c’è qualcuno che, se da una parte non è ancora capace di riflettere sul concetto di rappresentazione (Ceci n’est pas une pipe), non ha certo bisogno di troppi stimoli per decontestualizzare e operare uno “scarto di senso”, quello è il bambino. Per questo credo che un libro/non libro come quello dell’illustratore francese Jean Jullien — edito da Phaidon — possa essere particolarmente apprezzato dai grandi, ben più bisognosi di qualche brivido “meta”, questo nonostante l’editore lo consigli a un pubblico dai 2 ai 4 anni.
Semplicemente usando la piega centrale, infatti, Jullien (che ti consiglio di seguire su twitter, @jean_jullien, perché pubblica a cadenza quasi quotidiana delle vere e proprie perle, soprattutto durante gli odiatissimi lunedì) riesce a trasformare le 32 pagine del libro in un mostro, un pc portatile, un campo da tennis, un equilibrista, un culo…
This is not a book, pubblicato a marzo, si può acquistare online.