(foto: Hapter)

“Uncovered”: il making-of degli occhiali Hapter, ispirati a un vecchio modello della Prima Guerra Mondiale ritrovato sulle Dolomiti

Questa è una storia iniziata più di cento anni fa su una vetta delle Dolomiti, un giovane (scrivo così perché, si sa, gli eroi sono sempre “giovani e belli” e a me piace immaginarlo “eroe”) soldato, durante la prima guerra mondiale, lascia dietro di se sul ghiaccio dolomitico i suoi occhiali militari. Li perse in una ritirata imprevista? Gli caddero durante una rovinosa caduta? Si combatteva fin lassù e lo catturarono i nemici? Morì? Non si sa.

Quello che sappiamo è che nel 2009 gli occhiali da ghiacciaio erano ancora lì integri e furono ritrovati da Eric Balzan e Mirko Forti. I due tenendoli in mano ebbero una strana sensazione, quasi riuscirono a percepire il sollievo e il conforto che quegli occhiali avevano regalato al soldato. Ne ammirarono il design pratico e funzionale, la buona tecnica di produzione e la qualità dei materiali utilizzati, tanto che dopo quasi un secolo, gli occhiali erano in grado di trasmettere la loro utilità e “risuonavano” del senso di sollievo e di rassicurazione che dovevano aver fornito al soldato.

Eric e Mirko diedero vita al marchio Hapter, ispirato agli occhiali ritrovati su quella vetta.
Questa è una storia che ha due parole chiave: montagna e mani.

Il Monte Serva vigila e fa da sfondo ad Hapterìa, il quartiere generale del marchio, situato a Belluno, nell’antico Borgo Prà, noto storicamente per la produzione di spade. Sfruttando l’energia meccanica del fiume Ardo, che alimentava i mulini, i fabbri locali forgiavano 25.000 spade all’anno (commissionate principalmente dalla Repubblica di Venezia e dall’esercito spagnolo). Ma questa è un’altra storia, lasciamo le spade e torniamo alla montagna.

In montagna furono ritrovati gli occhiali da ghiacciaio; la montagna è fonte di ispirazione. Ispirazione culturale e visiva, che lega il brand alle maestose, spettacolari, aspre, dure, isolate e difficili vette delle Dolomiti. Il vento, il freddo, la solitudine, la sofferenza, lo sforzo, la sopravvivenza, i brividi.

«La maggior parte delle idee nascono proprio sotto l’estremo sforzo che sperimentiamo durante le nostre attività in montagna, quando si sente l’effetto della iper-ossigenazione e le funzioni del cervello si trovano in una sorta di pacchetto vuoto» dicono.

La montagna detta anche lo stile del marchio, uno stile che rifiuta gli eccessi e i decori, uno stile che, come la gente di montagna, va dritto al punto senza fronzoli.

(foto: Hapter)
(foto: Hapter)

E l’uomo che decide di affrontare la montagna ha a sua disposizione le mani e poco altro. Veniamo quindi alla seconda parola: mani.

Le mani sono la parte del corpo più importante per sopravvivere in montagna, per raccogliere la legna, tagliarla o scalare.
«Osservare le mani forti della gente di montagna è un’esperienza. Per questo non abbiamo potuto fare a meno di mettere al centro del nostro progetto», scrivono i ragazzi di Hapter.

(fotogramma dal video “Uncovered”)
(fotogramma dal video “Uncovered”)

Le mani delle persone di montagna quindi, ma anche e soprattutto le mani esperte degli artigiani che forgiano un pezzo unico di acciaio Inox chirurgico, inciso a spessore variabile per ottenere una struttura flessibile senza cerniere, viti o saldature, che consente alla montatura di mantenere un design curvo naturale e garantisce una grande capacità di adattamento al viso di chi indosserà gli occhiali, attraverso un processo di produzione avanzato e brevettato (teso a limitare al massimo l’impatto ambientale), danno vita ad un prodotto artigianale di altissima qualità.

Le mani delle persone che disegnano queste montature pulite e rigorose: «in Hapter uniamo il concetto strutturale rigoroso derivato da ingegneria nordica, il know-how artigianale e il fascino di espressività del Mediterraneo», scrivono loro.

(foto: Hapter)
(foto: Hapter)

E ancora le mani che vagliano i materiali tessili di cui si ri-veste l’acciaio, tessuti (lane e cotoni) di alta gamma prodotti dal Lanificio Cerruti 1881 e ispirati alle uniformi militari degli anni ’20 e ’40 che si trovano negli archivi Cerruti.

Infine le mani di chi ha girato Uncovered, il docufilm che si presenta oggi per festeggiare i 3 anni dal lancio della collezione txtl001, in cui Mirko ed Eric si raccontano e raccontano l’innovazione e la passione del marchio Hapter.

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