Adrián Villar Rojas, “Rinascimento”, installazione in mostra fino 28 febbraio 2016 presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, a Torino (foto: Frizzifrizzi)

La timeline del cibo: dalle prime forme di agricoltura alle ricette su twitter

In principio furono acqua e ghiaccio. Poi arrivò il sale, e di seguito molluschi, insetti, pesci, anfibi. A un certo punto—rischiando allucinazioni e intossicazioni, pure mortali—l’uomo cominciò a sperimentare funghi e verdure, magari accompagnandoli a carne di orso, di cervo e di cavallo, per poi lanciarsi verso prelibatezze come le uova e l’ossobuco (ma per quello “alla milanese” si dovrà aspettare ancora qualche millennio) finché, 17.000 anni prima di Cristo, a partire dalla coltivazione del farro, cominciò la rivoluzione dei cereali.

C’è tutta l’evoluzione dell’uomo in chiave alimentare, nella Food Timeline, un sito che dal punto di vista grafico è agghiacciante ma che offre una panoramica incredibile sulle abitudini culinarie dell’homo sapiens sapiens attraverso la storia: dai cacciatori-raccoglitori e dalle prime forme di agricoltura e allevamento fino ai #twecipe, le ricette in 140 caratteri pubblicate su Twitter. In mezzo: quasi 20.000 anni di ingredienti scoperti o inventati (nella colonna sinistra della timeline) e di ricette (nella colonna destra) create dagli unici animali—e cioè noi—che riescono a trasformare il cibo in qualcosa che va molto al di là del semplice sostentamento facendolo diventare un arte.

Adrián Villar Rojas, “Rinascimento”, installazione in mostra fino 28 febbraio 2016 presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, a Torino (foto: Frizzifrizzi)
Adrián Villar Rojas, “Rinascimento”, installazione in mostra fino 28 febbraio 2016 presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, a Torino
(foto: Frizzifrizzi)

Ogni voce, lungo la linea temporale, rimanda a tutta una serie di fonti, tra siti, estratti di saggi o articoli, bibliografie (dietro al progetto c’è un’enorme biblioteca di titoli a tema alimentare/gastronomico, messa insieme da Lynne Olver, storica dell’alimentazione che purtroppo è scomparsa lo scorso aprile a soli 57 anni).

Ma anche senza andare ad approfondire ogni singolo elemento, il semplice scorrere le date si rivela un’incredibile fonte di informazioni e curiosità (spesso da prendere “con le pinze”, però, a causa del punto di vista fortemente americanocentrico della Olver), come ad esempio veder apparire la polenta ben 900 anni prima di Cristo, il kebab nel 14° secolo, gli hot dog nel 15° secolo.

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