MC1R #3

È uscito il terzo numero di MC1R, la rivista dedicata a quelli coi capelli rossi

Le Dodici Più Famose Teste Rosse:
1. Lucille Ball, attrice comica
2. Gen. George Custer, individualista in uniforme
3. LizzieBorder, siluratrice
4. Thomas Jefferson, rivoluzionario
5. Red Sketon, comico
6. George Bernard Shaw, commediografo
7. Giuda Iscariota, delatore
8. Mark Twain, umorista
9. Woody Allen, umorista
10. Margaret Sanger, femmisita
11. Scarlet O’Hara [Rossella O’Hara nella versione italiana, ndr], puttana
12. Bernard Mickey Wrangle, dinamitardo

Sulla base di quest’elenco le menti analitiche potrebbero concludere che le persone coi capelli rossi tendono a essere o pericolose o divertenti.

A parte l’ultimo, tutti gli altri peldicarota citati sono più o meno conosciuti e non sono che la punta dell’iceberg di un’ossessione, quella per il rutilismo, che Tom Robbins—l’autore di Natura morta con picchio, allucinato e surreale romanzo del 1980 da cui è tratta questa lista—ha palesato durante tutta la sua carriera di scrittore, lui che non è neppure rosso-rosso ma di un marroncino ramato, e che però nel 1998 ha addirittura composto per la rivista GQ un’Ode to Redheads (rivolta, nota bene,solo alle peldicarota femmine).

MC1R #3
MC1R #3

Dopo averne sentito parlare solo “con la coda dell’occhio”, finalmente sono stato convinto a cercare di procurarmi il romanzo—purtroppo fuori catalogo da tempo—da un’altra testarossa, l’illustratrice Elisa Talentino. Motivo scatenante di questa “rossessione”, l’uscita su Frizzifrizzi di un articolo su un magazine dedicato appunto ai rossi di capelli (quelli naturali, che considerano chi si tinge di rosso dei fake clamorosi).

La rivista, che si chiama come il gene mutante responsabile del rutilismo, s’intitola MC1R ed è stata lanciata circa due anni fa, ovviamente da un redhead, Tristan Rodgers, studente di base ad Amburgo, in Germania.

Dopo un primo numero interamente in tedesco, MC1R è entrato nei radar di giornalisti e testate di tutto il mondo con una seconda uscita in inglese e proprio in questi giorni ha iniziato a essere distribuito il terzo numero, che dimostra come il progetto—che sceglie di parlare dei rossi come metafora del ben più grande e complesso macrotema della diversità—stia pian piano innalzando il tiro, con contenuti sempre più interessanti, che spaziano dalle interviste con musicisti, fotografi e artisti di ogni tipo fino agli editoriali di moda, precipitando il lettore dentro a uno sfogliare che pagina dopo pagina diventa sempre più surreale e straniante, e con tutte quelle teste di ogni possibile sfumatura d’arancione sembra di star dentro a un mondo quasi alieno, che s’intreccia col nostro ma non ne fa interamente parte (e viceversa).

MC1R #3
MC1R #3
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