Fabio Toninelli (a destra), insieme all'illustratore Jean Jullien a Cremona, agosto 2015 (foto: Elena Baila)

Tapirulan: da un giornalino scolastico a un concorso internazionale d’illustrazione

Io e Fabio ci incontriamo in un caldissimo giorno di luglio. Lui è a Bologna per lavoro, io mi sto sciogliendo davanti al computer. Dopo esserci sentiti diverse volte al telefono ci diamo appuntamento in un parco alla periferia della città, tra cicale che friniscono, tre cigni neri che starnazzano in mezzo al laghetto, tra papere, anatre, piccioni tubanti, sporadici bambini urlanti, qualche raro impiegato in pausa che si ferma a bere qualcosa di fresco nel baracchino a pochi metri dall’acqua.

Fabio Toninelli è il presidente di Tapirulan, associazione di Cremona che tra le altre (tante) cose organizza ogni anno, da 11 anni, un grande Concorso Internazionale d’Illustrazione che coinvolge artisti di tutto il mondo e che poi si concretizza in un premio di 2000 Euro, una mostra, un catalogo, un calendario e un’esposizione speciale dedicata a un ospite speciale, che viene scelto tra i grandi dell’illustrazione e del fumetto [a tutti gli illustratori “all’ascolto”: c’è tempo fino al 16 ottobre per partecipare].

Vestito in “total white”, con una borsa piena di libri e l’aria di chi ha un sacco di cose da raccontare ma allo stesso tempo l’umiltà di chi crede che non siano poi così interessanti per chi ascolta (sbagliando di grosso), Fabio comincia a raccontarmi dell’associazione, di com’è nata (spoiler alert: da un giornalino del liceo), del concorso, per poi passare a parlare del mondo dell’illustrazione più in generale.

A un certo punto, verso metà del nostro incontro, dà un’occhiata al registratore, che ho appoggiato sul tavolo fin dall’inizio.
«Facciamo l’intervista?», mi chiede.
«La stiamo già facendo da quasi un’ora», rispondo io.
E lui: «Ma a chi vuoi che interessi tutto quello di cui abbiamo parlato?».
«Scommettiamo?».

* * *

Fabio Toninelli durante l'inaugurazione di “X”, la mostra legata alla presentazione del Calendario 2015 di Tapirulan (foto: Fabio Foggetti)
Fabio Toninelli durante l’inaugurazione di “X”, la mostra legata alla presentazione del Calendario 2015 di Tapirulan (foto: Fabio Foggetti)

Com’è cominciata?

Tapirulan nasce come giornalino umoristico del liceo, fondato da me e dai miei numerosi compagni di banco. Numerosi perché noi dell’ultima fila avevamo attaccato assieme tutti i banchi, da una parete all’altra della classe, scatenando le proteste (vane) dei professori.

Di che anni stai parlando? E che contenuti c’erano sul giornalino?

Parliamo del ’94/95. Quarta e quinta superiore. Abbiamo pubblicato due numeri il primo anno e quattro il secondo. C’erano articoli di costume—sulla tv, sulla scuola, sui diari delle ragazze… recensioni di yogurt, di carte igieniche. Poi c’erano delle specie di vignette, che disegnavamo io e un altro. C’erano i test… I giornalini li vendevamo anche abbastanza bene.

Fabio Toninelli stile “wanted” per la realizzazione di uno dei libri della collana di guide turistiche “Aiuto mi sono perso”, edita da Tapirulan
Fabio Toninelli stile “wanted” per la realizzazione di uno dei libri della collana di guide turistiche “Aiuto mi sono perso”, edita da Tapirulan

Ah, quindi non era un divertissement gratuito, era una cosa seria!

Per ogni numero facevamo circa mille copie.

Fotocopiate?

No, stampate. L’ultimo numero fu persino a colori. Il tutto era a spese nostre però con le vendite di ogni uscita finanziavamo quella successiva. E ci guadagnavamo anche un po’. Le vendevamo a 1000 lire l’una, andando di classe in classe.

E con quanto di guadagnato facevate feste?

A volte. Ma ciascuno poi ci faceva quel che voleva, coi soldi. Avevamo le azioni, nel senso che ognuno di noi deteneva tot azioni del giornale, in base a ciò che faceva. Ad esempio chi scriveva un piccolo articolo aveva il 3%, chi impaginava e scriveva magari aveva il 30%.

Un modello di business molto più sostenibile di tanti magazine che ci sono oggi.

Ovviamente tutto ciò non era consapevole. Comunque di sicuro ero molto più “sgamato” all’epoca che non adesso.

Come facevate a venderne così tante copie?

Il nostro liceo aveva 800 alunni e noi andavamo classe per classe con delle tecniche “consolidate”. Innanzitutto facevamo perdere ai ragazzi un bel po’ di tempo, anche trenta o quaranta minuti e questo ce li metteva dalla nostra parte. Noi stessi perdevamo un sacco di tempo e credo che i prof. ce lo facessero fare per non averci tra le palle, e comunque tutto sommato il progetto aveva un suo senso. Poi l’arma segreta per vendere era chiedere, dopo tutta la presentazione, «chi NON lo compra?». E capisci che a quel punto era difficile che qualcuno alzasse la mano. Le altre copie invece le vendevamo fuori dalla scuola.

L’arma segreta per vendere il giornalino, a scuola, era andare a presentarlo classe per classe chiedendo«chi NON lo compra?»

Da lì come si è evoluto, il progetto, nell’associazione culturale che c’è oggi?

Volevamo fare la versione online del giornale del liceo. Eravamo sempre gli stessi. E il nucleo è rimasto quello. Ovviamente ora alcuni non partecipano più attivamente — per vari motivi, da chi ha la fidanzata, a chi ha un figlio o un lavoro molto impegnativo. Tornando al sito, che abbiamo lanciato nel 2003, a quel punto abbiamo iniziato a inserire scrittori, poeti, ma sempre conservando il taglio umoristico. E ti dirò che non è stato facile trovare poeti umoristici… L’associazione l’abbiamo costituita l’anno dopo, nel 2004.

La versione online ha avuto lo stesso successo di quella cartacea?

No, il giornale online ha avuto fortune alterne, anche perché in rete era impossibile replicare lo stesso tipo di format e anche i lettori erano cambiati: al liceo tu sei lì, la redazione e i lettori sono nello stesso posto e vivono lo stesso tipo di vita. Online è diverso. La versione online si chiamava Tapirelax ma non aveva la stessa forza, lo stesso impatto. Però è andato avanti comunque fino a due/tre anni fa.

Sei illustrazioni tratte dal Calendario Duemila7 di Tapirulan gli autori delle illustrazioni sono, da sinistra, in senso orario: Sabrina Inzaghi, Giovanni Nori, Manuela Saccani, Elisa Vignali, Fabio De Donno, Fogliazza
Sei illustrazioni tratte dal “Calendario Duemila7” di Tapirulan
gli autori delle illustrazioni sono, da sinistra, in senso orario: Sabrina Inzaghi, Giovanni Nori, Manuela Saccani, Elisa Vignali, Fabio De Donno, Fogliazza

Poi è arrivato il calendario.

Sì, c’è stata questa strana cosa per cui quello che doveva essere un giornale umoristico, e allo stesso tempo anche un contenitore di artisti, pian piano si è trasformato in qualcos’altro: non saprei dirti esattamente quando. Sono le cose che succedono quando anche i tuoi interessi si trasformano. E il calendario è nato per dare una qualche forma concreta, tangibile a un progetto che a quel tempo era solo online. Oltre che per provare a vedere se si riusciva ad avere un riscontro economico per sostenere l’associazione con le vendite del calendario.

Anche anni fa ce n’erano di artisti bravi, che magari lavoravano tanto quanto alcuni di quelli di oggi, ma non erano così conosciuti come lo sono ora

Ora c’è un concorso per entrare a far parte del calendario. C’era anche all’inizio?

No, nel primo calendario abbiamo invitato gli amici, quelli che conoscevamo già tra illustratori e disegnatori.

C’erano già dei “nomi” in quel primo numero?

No. O meglio, c’erano bravi autori ma nessuno di tanto conosciuto come ora può essere Shout, Olimpia Zagnoli o altri… Anche perché secondo me all’epoca ce n’erano di artisti bravi, che magari lavoravano tanto quanto alcuni di quelli di oggi, ma non erano così conosciuti come lo sono ora.

Non è era ancora esploso il “fenomeno illustratori”.

Sì, è un fenomeno che da un certo punto di vista è positivo, ma dall’altro no. Abbiamo realizzato mostre personali sia con autori giovani, come appunto Olimpia o Shout o Riccardo Guasco, ma anche con maestri come Altan, che secondo me è un autore pazzesco, per la sua abilità, per la sua intelligenza, per la sua poliedricità. E non ti dico che uno come Altan sia snobbato rispetto ai personaggi più in voga oggi, ma poco ci manca. Per esempio: tra i cataloghi che abbiamo pubblicato, non c’è paragone tra quanti hanno acquistato quelli degli autori più giovani e quanti hanno acquistato il catalogo di Altan.

Un esempio è Scarabottolo, un autore eccezionale che oggi è molto conosciuto ma spesso di riflesso, perché viene citato trai maestri da tanti autori più giovani, altrimenti sarebbe ancora più in ombra di quanto meriterebbe

Non avrei mai immaginato.

Poi ovviamente Altan ha comunque un successo enorme. Pensa solo alla Pimpa. Ma forse non come “personaggio Altan”. E senza andare ad Altan, che è comunque un autore molto popolare, basta pensare ad altri artisti “di lungo corso”, come esempio ti nomino Guido Scarabottolo, che secondo me è un autore eccezionale: che oggi è molto conosciuto, ma spesso di riflesso, perché viene citato tra i maestri e i punti di riferimento da tanti autori più giovani, altrimenti sarebbe ancora più in ombra di quanto invece meriterebbe.

Shout ad esempio lo cita spesso.

Shout, che per me è un amico e che stimo molto, lo cita sempre, sente molto il debito di riconoscenza verso questi illustratori. Lui è un autore molto lucido, che sa perfettamente chi è e chi c’è stato prima di lui e cita appunto Guido Scarabottolo, Beppe Giacobbe, Gianluigi Toccafondo, Franco Matticchio…

Fabio Toninelli e Guido Scarabottolo alla Fiera del Libro di Bologna, 2013 (foto: Tapirulan)
Fabio Toninelli e Guido Scarabottolo alla Fiera del Libro di Bologna, 2013 (foto: Tapirulan)

Tornando al calendario: quindi il concorso è partito con la seconda edizione?

Già il primo anno, in realtà, abbiamo fatto una piccola gara tra i 12 autori invitati, ma di fatto sì, possiamo dire che il concorso è partito con la seconda edizione. E come presidente di giuria abbiamo avuto Tony Wolf.

Il primo presidente di giuria è stato Tony Wolf, che in realtà è di Cremona, ha più di 85 anni, lavora ancora tutti i giorni ma è talmente timido che si cela dietro allo pseudonimo

Autore di milioni di libri per bambini!

Sì, ovviamente lontano anni luce dagli autori che abbiamo appena citato. La cosa bella di queste iniziative è che ci hanno portato a incontrare personaggi che non conoscevamo personalmente e che in tanti casi si sono rivelati delle grandi persone. Pensa che Tony Wolf è di Cremona, la nostra città, e non lo sapevamo neanche. È talmente timido che si cela dietro a questo pseudonimo. Ha più di 85 anni e lavora ancora tutti i giorni. Non è un illustratore nelle mie corde però secondo me è un grandissimo personaggio, per la sua umiltà, per la visione del lavoro che ha.

Poi chi avete avuto come presidenti di giuria?

Abbiamo avuto Milo Manara, Silver, Sergio Toppi, Guido Scarabottolo, Federico Maggioni, Roberto Innocenti, Gianni De Conno. E quest’anno Beppe Giacobbe.

Tre illustrazioni tratte dal “Calendario Duemila14” di Tapirulan gli autori delle illustrazioni sono, da sinistra: Alberto Ruggieri, Paolo D'Altan, Karolis Strautniekas
Tre illustrazioni tratte dal “Calendario Duemila14” di Tapirulan
gli autori delle illustrazioni sono, da sinistra: Alberto Ruggieri, Paolo D’Altan, Karolis Strautniekas

Oltre al calendario ci sono anche una mostra e un catalogo, giusto?

Sì, la giuria seleziona 48 autori che sono esposti nella mostra e vengono pubblicati sul catalogo. Dodici di questi 48 vengono anche pubblicati sul calendario di cui abbiamo parlato prima. Viene selezionato anche un vincitore a cui spetta un premio di 2000 euro e che viene esposto con una mostra personale nel nostro spazio mostre a Cremona nell’edizione successiva: questa è una novità di quest’anno.

Di lavori immagino ne arrivino molti di più.

L’anno scorso circa 750.

Negli anni ho notato un incremento notevole di illustrazioni create direttamente in digitale, e poi un cambiamento nei gusti del pubblico, che privilegia immagini più per “adulti”

Dato che ti saranno passate per le mani migliaia di illustrazioni, hai notato dei cambiamenti nelle tendenze generali degli autori?

In generale un incremento notevole del digitale. Noi digitalizziamo tutto: facciamo le scansioni degli originali e mettiamo tutto online. I primi anni si faceva una gran fatica perché di originali ce n’erano davvero tanti. Ora abbiamo un po’ disincentivato l’invio dell’originale — per ridurre la spesa di chi invia e la fatica di noi che dobbiamo scansionare e poi rispedire all’autore — ma comunque la maggior parte dei lavori che arrivano sono creati direttamente in digitale.

Tre illustrazioni tratte dal “Calendario Duemila15” di Tapirulan gli autori delle illustrazioni sono, da sinistra: Hosé Miguel Mayo Hernàndez, Annalisa Papagna, Francesco Buzzi
Tre illustrazioni tratte dal “Calendario Duemila15” di Tapirulan
gli autori delle illustrazioni sono, da sinistra: Hosé Miguel Mayo Hernàndez, Annalisa Papagna, Francesco Buzzi

Oltre al digitale, altri cambiamenti?

Forse nei gusti del pubblico, che porta mediamente a privilegiare immagini più per “adulti”. Questo dal mio punto di vista è anche positivo visto che sono tra quelli che cerca di portare avanti il discorso per cui l’illustrazione e l’albo illustrato non siano qualcosa di esclusivo per l’infanzia.

Invece al presidente di giuria dedicate una mostra personale.

Esatto. E il catalogo della sua mostra, che oltre alle opere contiene anche i commenti dell’autore.

Sono tra quelli che cerca di portare avanti il discorso per cui l’illustrazione e l’albo illustrato non siano qualcosa di esclusivo per l’infanzia

[Fabio mi fa vedere il catalogo dedicato ad Altan, di cui è molto orgoglioso perché è il primo a raccogliere opere molto diverse tra loro e non solo vignette, in una splendida visione d’insieme. Tanto che alcuni dei lavori li vedo per la prima volta.
Passiamo a parlare degli altri progetti di Tapirulan, tra cui una guida turistica illustrata di Cremona, realizzata quattro anni fa, e Affiche]

Affiche è il quarto anno che la facciamo. È cominciato tutto nel 2012, quando ci hanno chiesto di partecipare a un progetto che aveva come tema lo spazio. Non sapendo che diavolo fare io ho detto che il mio concetto di spazio era lo “spazio espositivo” e che volevo cambiarlo, quindi ho proposto di fare la mostra nello spazio affissioni. Abbiamo chiamato Shout e abbiamo avuto un buon riscontro.
Quindi da lì siamo andati avanti, l’anno dopo con Olimpia Zagnoli, poi Riccardo Guasco e quest’anno Jean Jullien. Le sue immagini sono state negli spazi affissioni dal 9 al 19 luglio, ma la sua mostra si può ancora visitare nel nostro spazio fino al 27 settembre. Dopo di che ci sarà una mostra dedicata a un mostro sacro del cinema: Ugo Tognazzi…

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