Conoscete il manzo di Kobe e forse pure il fugu, ma sono certa che anche i più gastrofighetti di voi non hanno mai sentito nominare le banane Shiawase. Si tratta di banane “pregiatissime” coltivate in una piantagione, che si trova in un parco nazionale a più di 1000 metri d’altitudine, nella regione centro-settentrionale dell’isola di Mindanao, nelle Filippine.
Sono coltivate utilizzando solo concimi organici e limitando al minimo l’uso dei pesticidi, e — a quanto pare — sono le prime banane a fregiarsi di ben 2 Stelle consegnate dall’International Taste and Quality Institute (iTQi) al Superior Taste Awards in Belgio.
La felicità di queste banane sta certamente — e innanzi tutto — nel nome. Shiawase infatti in giapponese significa proprio “felicità”. E questo nome è stato dato perché gli agricoltori che le coltivano devono essere molto felici (spero anche retribuiti adeguatamente). Leggo: «la frutta rende i coltivatori felici» e tra me e me spero valga almeno a quelle latitudini…
Ma devono essere felici anche perché a disegnare il packaging, che le accompagnerà sul mercato giapponese, è stato chiamato “nientepopodimenoché” lo Studio Nendo.
Niente scatole, scatolette, materiali da imballaggio, in realtà, ma un adesivo a doppio strato, da applicare sulla buccia della preziosa banana stellata. Il primo strato riproduce per colore e texture la buccia, comprese scoloriture, ammaccature, sfumature verso le estremità. Se lo sollevi viene via proprio come sbucciando una banana e trovi il secondo che riproduce la polpa della banana e porta scritta la storia del frutto.
E questo perché, scrivono i designer: «quando ci è stato chiesto di progettare l’imballaggio, vista l’alta qualità del prodotto, non volevamo fare qualcosa di stravagante: sarebbe stato del tutto fuori luogo per delle banane ecologiche».
A casa la preziosa banana però non te la porti in mano, ma in un sacchetto di carta, che riproduce le foglie.
