Se il futuro dell’alimentazione è negli insetti, ecco i coniglietti fritti fatti di larve (da allevare in casa)

Per fare l’albero ci vuole il seme, per fare il seme ci vuole il fiore, per fare il fiore…
Ma per fare un 1kg di carne di manzo ci vogliono 10kg di mangime vegetale (e migliaia di litri di acqua). Con la stessa quantità — e senza acqua! — puoi tirar fuori ben 9kg di carne dagli insetti. Carne commestibile, sana, nutriente. Certo, poi l’impatto psicologico su chi si trova davanti a un piatto di larve è tutto un altro paio di maniche ma dall’oriente al Sud America, passando per le prime avanguardie di entomofagi anche nella vecchia Europa, già si pasteggia a coleotteri, grilli, cavallette, termiti, scorpioni, bachi da seta e via dicendo, in un ricco menu pieno di ali, antenne, carapaci e croccanti zampette.

La designer tedesca Carolin Schulze, che ha alle spalle un passato da scultrice di legno e un presente da neo-laureata in product design, oltre a uno spiccato interesse per l’eco-sostenibilità e le tecnologie artigianali, ha presentato durante la settimana del design di Milano un progetto chiamato Falscher Hase / Bugs’ Bunny (dove i primi due termini, crucchi, significano polpettone mentre gli ultimi due giocano a doppio senso col celebre coniglietto della Warner Bros e con gli insetti).

L’idea è quella di allevare in casa, praticamente a costo zero, una colonia di larve della farine, per gli amici panattiere, per poi trasformarle in un pappone, usare una stampante 3D per dargli l’aspetto di un coniglio che pian piano muta in un insetto, poi friggerlo e mangiarselo con gusto (più o meno).

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