L'illustrazione definitiva

Storia della colonna infame: Joey Guidone racconta come ha lavorato alla copertina del libro

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Uscito da poche settimane, Storia della colonna infame è un saggio storico scritto da Manzoni nel corso di molti anni. Originariamente doveva essere un capitolo dei ben più famosi I promessi sposi ma che poi ebbe una vita editoriale propria e venne pubblicato per la prima volta nel 1840.

Il libro parla di una vicenda di giustizia e corruzione e racconta la vicenda di due presunti untori, condannati a morte, nella Milano appestata del ‘600. Ma non è del contenuto che mi preme parlare (per quello puoi iniziare da Wikipedia e poi magari acquistare il volume in questione) quanto piuttosto del contenitore. Per la precisione della copertina, realizzata da Joey Guidone, illustratore di Ivrea di cui ho già parlato.

Qualche giorno fa Joey mi ha inviato le bozze su cui ha lavorato «perché», mi ha scritto, «ho pensato che poteva essere interessante vedere la storia della nascita di questa copertina attraverso di esse. Gli elementi che avevo a disposizione per realizzare questa copertina erano molto pochi (due presunti untori condannati, la colonna, la peste) e l’art director di Feltrinelli, Cristiano Guerri [con cui Guidone aveva già lavorato durante i suoi studi al Mimaster Illustrazione, ndr], voleva qualcosa in linea con l’essenzialità della copertina dei Promessi Sposi»

Alessandro Manzoni - I promessi sposi Client:e Feltrinelli per Mimaster Art Direction: Cristiano Guerri
Alessandro Manzoni – I promessi sposi
Client:e Feltrinelli per Mimaster
Art Direction: Cristiano Guerri

In pratica la collaborazione è nata prima attraverso Mimaster e poi si è concretizzata e Feltrinelli è diventato tuo cliente?

Esatto, questo è stato il primo lavoro che mi è stato commissionato senza passare attraverso Mimaster. Dopo questa, dalla Feltrinelli mi sono state commissionate altre tre copertine, l’ultima inviata giusto tre giorni fa.

una delle bozze proposte da Joey Guidone, poi scartata
una delle bozze proposte da Joey Guidone, poi scartata

Che tipo di ricerca hai fatto? È interessante l’uso del negativo — e per niente facile, nonostante sembri il contrario, come dimostra un maestro come Noma Bar.

Il romanzo è ambientato in un luogo e tempo ben specifici, questo ha messo un forte limite ai possibili oggetti che potevo sfruttare per la copertina. Più che di ricerca iconografica ho lavorato molto empiricamente tentando di incastrare come pezzi di puzzle quella manciata di elementi che avevo a disposizione. Dopo l’uscita de I Promessi Sposi l’uso del negativo era necessario per dare continuità visiva all’opera di Manzoni. Naturalmente mi ha influenzato il lavoro di Noma Bar, ma citerei anche un grande del negativo come Shigeo Fukuda, al quale credo Noma stesso si sia ispirato!

altra bozza per “Storia della colonna infame”
altra bozza per “Storia della colonna infame”

Che elementi avevi, quindi?

È interessante che il suggerimento che mi avevano dato era quello di usare la maschera della peste. Inizialmente avevano accettato la versione con la maschera (quella vista di tre quarti) ma poi si sono accorti che si avvicinava troppo alla maschera de L’armata dei sonnambuli dei Wu Ming. Un po’ per caso, come succede sovente, ho intuito che avrei potuto sfruttare la figura del ratto. Quel ratto mi ha risolto quello che stava diventando davvero un problema!

bozza n°3
bozza n°3

Per Feltrinelli avevi già lavorato ad altre copertine, quelle appunto realizzate durante il Mimaster.

Sì, prima di questa avevo realizzato 5 copertine, sempre per i classici Feltrinelli. Oltre a queste, nei prossimi mesi uscirà una nuova edizione di Peter Pan e tre titoli di autori contemporanei.

bozza n°4
bozza n°4

E com’è lavorare sui classici, su autori come Manzoni, Conrad, Melville, Collodi, che hanno già un immaginario e iconografie molto forti?

Per i classici mi è stato indispensabile fare un po’ di ricerca. Ovviamente occorre vedere cosa è stato fatto nel passato e possibilmente cercare di evitarlo. Per Pinocchio è successo ad esempio che una bozza sia stata rifiutata perché troppo simile ai disegni di Mussino.
Mi è utile fare ricerca iconografica anche per capire quali sono gli elementi forti che identificano visivamente un’opera ed eventualmente partire da quelli. Il mio approccio all’illustrazione è tendenzialmente quello di giocare associando visivamente soggetti diversi, sfruttare le figure retoriche. Questo modus operandi è faticoso ma mi garantisce un risultato unico e originale, che per me è una caratteristica irrinunciabile.

bozza n°5, che si avvicina a quella definitiva
bozza n°5, che si avvicina a quella definitiva
bozza n°6
bozza n°6
L'illustrazione definitiva
L’illustrazione definitiva
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