Un caso da manuale, quello di Drift. Manuale dello storytelling applicato non solo alla comunicazione ma al prodotto stesso.
L’idea è semplice: riciclare assi di legno trovate in riva al mare o all’oceano e trasformarle, grazie a due magneti opportunamente posizionati, in una lista-portaoggetti a cui affidare chiavi, coltelli, attrezzi e, utilizzando altri piccoli magneti, cartoline, documenti, ricordi.
E fin qui, niente di eccezionale. Le assi di legno puoi benissimo aspettare da solo che te le portino le onde, i magneti li trovi in ferramenta e ogni negozio Ikea ha già la sua cucina ideale da esposizione con le sue belle liste magnetiche.
Il vero colpo di marketing di Drift sta nel “contorno”, nel dettaglio, nel non necessario. Ogni asse, infatti, viene incisa con le coordinate del luogo in cui è stato recuperata, raccontando in questo modo sia la fine di una storia (il punto d’arrivo del legno, che chissà da dove viene, chissà dov’è stato, chissà a cos’era attaccato, una nave di pirati? Una zattera di salvataggio? Una cassa piena di tesori?) che l’incipit di un’altra storia, quella di quando è stato preso, lavorato e spedito a casa tua, dove arriverà con la sua confezione in tela. Un accorgimento sottile, quello del materiale usato, ma che rafforza il già efficace potere evocativo dell’asse, ricordando, al tatto e alla vista, ancora una volta il mare, le onde, le vele…
Ultimo colpo di grazia: assieme all’asse e agli accessori per montarla c’è pure un libretto, che funge sì da manuale di montaggio ma che anche una sorta di diario dell’asse, con qualche informazione sul luogo del ritrovamento (tra quelli in catalogo: Turchia, Israele, Portogallo e Danimarca, quindi Mediterraneo, Mar Nero e Oceano Atlantico) e una foto, scattata sul posto, a testimoniarne l’autenticità e a dimostrare che con pochi ma significativi ingredienti è possibile rendere speciale quel che dopotutto è un normalissimo pezzo di legno.