Os Italianos è il collettivo composto da Mirko Pierini, Paolo Martini e Lorenzo Scodeller, tre giovani designer italiani al momento impegnati nello sviluppo della tesi del master di Product Design all’ESAD di Caldas da Rainha, in Portogallo. I tre si sono laureati in Disegno industriale, presso l’Università IUAV di San Marino nel 2013, e sono accomunati dalla passione per il design sostenibile.
Find Design in è un progetto nato da questo collettivo e riguarda il riutilizzo di packaging e contenitori, di cui normalmente ci si libera dopo l’utilizzo. I tre resuscitano tali oggetti trasformandoli in pezzi di design. L’obbiettivo dei tre volenterosi, oltre ovviamente al riciclo, è quello di «far notare come in realtà siamo circondati da materiali ed oggetti con alte potenzialità, ma sottovalutati soltanto perché siamo abituati a disfarcene una volta terminato il loro compito».
Nascono così:
Spruzzo prevede il riciclo dei vasetti di vetro normalmente utilizzati per le conserve, alimenti sott’olio, sottaceti, ecc. Sfruttandone forma e funzione sono trasformati in originali e stravaganti acetiere, attraverso l’inserimento nello stesso spazio di olio e aceto. Le due sostanze rimangono separate grazie alle loro differenti densità, quindi i tre hanno progettato un tappo, avvitabile ai contenitori in vetro, con applicate due pompe spray che vanno a pescare una all’altezza dell’olio e l’altra dell’aceto.
Tina è una cassa acustica con circuito integrato, che garantisce di recuperare e trasformare lattine in alluminio, in amplificatori acustici. Perché “se associate ad una sorgente armonica, si trasformano in ottime casse con grandi capacità acustiche. Grazie alla loro forma concava e alle proprietà meccaniche dell’alluminio, riescono ad alimentare le vibrazioni, amplificandole”. Tina è composta da una lattina, uno speaker, un circuito stampato, una batteria ricaricabile, un cavo con uscita USB per ricaricare la batteria e un cavoAUX da collegare a sorgenti sonore come dispositivi mp3, smartphone, computer e tablet.
Lello nasce dall’idea di riciclare tubetti di dentifricio. E comprende una serie di punte (pennarello e penna a sfera) create con un sistema ad avvitatura, uniforme a quello dei tubetti di dentifricio classici. Così sarà sufficiente cambiare il tappo/punta al dentifricio per avere un tratto diverso.
E infine Stallo, quella che io ritengo essere al momento la loro idea più interessante. Di quante bottiglie ho regalato, ricevuto, bevuto, degustato, odiato, amato e svuotato, in questi miei primi 40 anni, ho più volte scritto su queste pagine. Principalmente di vino, ma non solo. C’è stato il periodo dell’Oban, quello del Lagavulin e perfino quello del Drambuie, così giusto per fermarmi ai whisky.
E sapevate che perfino lo stesso Frizzifrizzi è nato davanti ad una bottiglia? Una bottiglia di Varnelli, che Simone aveva portato a casa mia per un dopo cena.
Ma ora basta parlare di me, e torniamo a parlare di Mirko Pierini, Paolo Martini e Lorenzo Scodeller. Quante bottiglie sono servite per farsi venire in mente Stallo? Perché certo io non mi berrei mai che sono astemi! Stallo è un piedistallo, una base di ceramica vetrata, e un corpo superiore, un calice, realizzato in bottiglie di vetro usate, riciclate e tagliate. La tenuta stagna tra Stallo e il corpo superiore è garantita da tre piccole guarnizioni in gomma che, oltre ad assicurare un buon attrito, permettono anche una rimozione del piedistallo al momento del lavaggio.
Un’inversione della funzione, la bottiglia da contenitore che serve per versare, si trasforma in contenitore che serve a bere. E bravi!
