Print All Over Me: la stampa on demand e la democratizzazione della moda

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Nell’ambito del design della moda, la rivoluzione che sta pian piano spostando la ricerca dagli uffici stile ai laboratori è appena agli inizi. Eppure, come dimostra un’esposizione che inaugurerà il prossimo 11 ottobre a Rotterdam, The Future of Fashion is Now, il futuro è già qui, tra tessuti intelligenti e Google Glass, laser e abiti compostabili, giacche “solari” che ricaricano i gadget elettronici e piante da indossare.

Citando il bravo Antonio Mancinelli, che su Marie Claire ha scritto recentemente che «la moda non è altro che la forma del tempo condensato intorno al corpo», il mestiere del fashion designer è proprio quello, complicatissimo, di guardare avanti, afferrare prima di ogni altro “quel che verrà” e trovare il modo di dargli una forma (e possibilmente anche venderlo).

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Fino a oggi il fashion designer è stato questo: un timoniere, un esploratore che disegnava da solo le proprie mappe di navigazione.
Ora a disegnarle, quelle mappe, sono la tecnologia e la finanza. E chi fa moda si trova nel non invidiabile compito di dover cercare rotte inedite su mari già esplorati dagli ingegneri, dai programmatori e dagli uomini d’affari in completo grigio delle banche di investimento.

Mari che tra l’altro stanno diventando sempre più affollati, pieni di consumatori convinti — dalle nuove possibilità offerte dal web, dalla stampa 3D, dai servizi on demand e dall’onnipresente mantra della “personalizzazione” — che la moda sia davvero alla portata di tutti.

Questione di pochi click e, ad esempio, con una piattaforma come Print All Over Me è possibile far realizzare abiti e accessori semplicemente caricando le proprie stampe per poi venderli in tutto il mondo portandosi a casa una percentuale sugli acquisti.

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I prodotti “bianchi” da personalizzare sono limitati e cambiano in base alla stagione (per Halloween c’è pure un lenzuolo coi buchi per gli occhi tipo fantasma) ma puoi farci stampare sopra davvero di tutto, dai gattini all’homepage di Google, dall’illustrazione che tenevi nel cassetto alle “fotine” che hai sul telefono.

Ovviamente sul sito ci sono anche ottime stampe visto che Print All Over Me — abbreviato in PAOM — ha all’attivo anche svariate collaborazioni (i capi e gli accessori nelle immagini arrivano appunto da una partnership col sito americano Sight Unseen).
E per chi non dovesse accontentarsi delle sole stampe su modelli già predefiniti c’è anche un “sito gemello”, Byco, lanciato dagli stessi fondatori di Print All Over Me, che permette di caricare l’intero progetto, fare piccoli campionari e testarne l’efficacia mettendoli in vendita direttamente sul sito.

Lungi da me il condannare strumenti del genere, che offrono ai consumatori e ai giovani designer possibilità fino a qualche tempo fa nemmeno immaginabili.
Però bisogna sempre tenere a mente che la moda, quella vera, è un’altra cosa.

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