L’intricato mondo delle calzature contemporanee

La sera, in casa, durante la cena, abbiamo preso la buona abitudine di ascoltare la radio. In diretta o tramite podcast ci ascoltiamo il giornale-radio ma anche le storie dei miti greci o dei grandi imperatori romani. Grazie a quell’enorme archivio di ricordi che è la rete siamo pure riusciti a trovare svariate uscite dei Raccontastorie, le fiabe su cassetta che pubblicavano anni fa — quand’ero ancora un bambino — accompagnate da fascicoli illustrati.

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Ieri sera ne abbiamo ascoltate alcune. Abbiamo sognato a occhi aperti di un gattino nero che pur essendo il gatto di una strega sognava di diventare un gatto di casa (Gobbolino). Seguito la tartaruga nella sua proverbiale vittoria contro la lepre sbruffona (La lepre e la tartaruga). Tifato per il minore dei tre fratelli che abitavano con la vecchia madre ai margini del bosco, l’unico capace di avere la meglio sullo spaventoso orco che non sopportava di veder tagliare gli alberi (L’orco della foresta). Immaginato, infine, che sapore potesse avere una torta fatta di scarpe.

Una torta di scarpe? Sì, perché ne L’albero delle scarpe un certo signor Martino sotterra un vecchio stivale e da quello nasce poi l’albero che dà scarpette gratis a tutti i bimbi del paese. Quando poi un astuto vicino gli ruba l’idea e mette su un vero e proprio frutteto di alberi di scarpe per venderle a prezzi salati in un negozio del centro, il signor Martino scopre che le scarpe sono commestibili — ne escono appunto torte buonissime! — e le dà a un fruttivendolo. Tutti possono portarsi a casa un chilo di frutti-scarpa per sole 500 Lire, in barba al vicino furbo che da quel momento è costretto a svenderle pure lui.

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Nella fiaba non spiegano di che tipo di scarpe si trattasse.
Perché si fa presto a dire scarpa!
Si fa presto pure — andando più nel particolare — a dire stivaletto, sneaker, stringata, ballerina, mocassino

In realtà, esattamente come per il regno animale e quello vegetale (a proposito di albero delle scarpe…), il mondo delle calzature ha una sua precisa tassonomia.
E un poster — The Charted Collection of Contemporary Footwear — realizzato dagli infograficomaniaci di Pop Chart Lab mostra tutti i modelli più diffusi attualmente, con tanto di linee e “nome scientifico”.
Fossero davvero tutte commestibili come quelle del signor Martino, sai che pacchia a provar gli abbinamenti…

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