Save the date | Evidence

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Qualche giorno fa, in un pezzo uscito su Repubblica, il giornalista pachistano Ahmed Rashid parlava dell’assoluta novità, in quanto a “comunicazione”, rappresentata dall’IS, il califfato instaurato da Al-Baghdadi in Siria e Iraq.

Utilizzando strategicamente i social media (e come hanno dimostrato finora, utilizzandoli in maniera assai più potente ed efficiente di multinazionali con fior di consulenti assoldati per far arrivare efficacemente il proprio messaggio), gli “uomini neri” non hanno bisogno di intermediari dell’informazione.
«Nessun giornalista in futuro potrà incontrare faccia a faccia Al-Baghdadi, o visitare i suoi accampamenti, o vedere come governa il suo nuovo califfato. […] Sarà Al-Baghdadi, sui social media, a dominare la scena quando vuole lui. Non più noi, i giornalisti», scrive Rashid.

© Spazio Reale
© Spazio Reale

La chiave sta proprio in quel “quando vuole lui”. E, aggiungo, come vuole lui.
L’era dei vecchi regimi autoritari (tipo Corea del Nord), che invitano i giornalisti e i fotografi a visitare il Paese cercando goffamente di nascondere la realtà e mostrar loro solo il lato buono e pulito, forse è arrivata alla fine.

Ora che un regime ha capito come manipolare a suo piacimento i media dettando tempi e modalità, il ruolo dell’inviato e del fotoreporter — capace di scavare tra le pieghe dei fatti, di smascherare “la commedia”, di trovare le prove e mostrarle nella loro cruda concretezza — appare ancor più prezioso nell’assordante silenzio a cui è stato ridotto da quest’inedito scenario bellico: siamo in balia delle immagini e più in generale dei messaggi che arrivano da una sola fonte, quella a cui fa comodo produrli e inviarli in tutto il mondo.

© Spazio Reale
© Spazio Reale

Proprio per questo una mostra come Evidence, che inaugura stasera presso Spazio Reale a Monte Carasso, piccolissimo comune del Canton Ticino, è estremamente importante.
Curata da Gianluca Grossi, l’esposizione è dedicata ad Andy Rocchelli, uno dei fondatori di Cesura (qua un post che parla di loro), ucciso nel maggio scorso in Ucraina insieme al giornalista italo-russo Andryj Mironov.

Rocchelli era lì per documentare. Stava raccogliendo prove, “evidence”, appunto. Per documentare la vita della popolazione civile in un altro fronte di guerra contemporaneo, quell’angolo d’inferno che era ed è ancora l’Ucraina orientale.
Ora che lui non c’è più rimangono le sue foto e la mostra, a giudicare dagli scatti dei “lavori in corso” dell’allestimento, è una di quelle capaci di toccare il cuore come solo gli scatti onesti di un professionista come Rocchelli — abituato a raccontare e a immortalare, senza giudicare, né più né meno di ciò che il suo occhio vede e la sua sensibilità riesce a cogliere — possono.

QUANDO: 20 settembre — 2 novembre 2014
OPENING: 19 settembre | 18,30
DOVE: Spazio Reale | Antico Convento delle Agostiniane, Monte Carasso | mappa | facebook

© Spazio Reale
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