I cataloghi Ikea, tra passato prossimo e remoto

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L’arrivo di un nuovo catalogo Ikea — per generazioni di fuoricorso, single in trasferta, neo-famiglie col mutuo sul groppone, coppiette varie ed eventuali, co-worker con la tazza di caffè lungo perennemente in bella mostra sulla scrivania (possibilmente con frase sagace scritta su), startupper con l’open space da trasformare nella versione cheap di quelli della Silicon Valley, interior designer che sfogliano rapidi col sopracciglio alzato — è sempre un ottimo passatempo da sofà.

Ci si mette seduti comodi e si comincia a immaginare la propria casa o il proprio ufficio come se. In potenza.
Si fanno “le orecchie” tra le pagine per ricordarsi di lampi di genio che improvvisamente arrivano e altrettanto improvvisamente se ne vanno (il tempo di valutare se è meglio una Bestå, una Billy, un Ivar, una Liatorp o la Kallax, che è andata a sostituire — non senza proteste dei consumatori — l’indimenticata Expedit, la libreria più presente in assoluto nelle foto degli studi dei giovani creativi), lasciandoti con un «perché cavolo ho fatto un’orecchia su questa pagina?».

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Ci si sdoppia tra catalogo e sito, compilando liste, spulciando misure e prezzi, finendo per confondersi e fare “le orecchie” al tablet o cercando di zoomare le immagini del catalogo cartaceo, innescando al contempo piccoli/grandi crisi di coppia e mettendo in crisi il “piccolo architetto spaventato” che c’è in ognuno di noi.

Proprio nei giorni in cui mi davo da fare con l’ennesimo smonta-e-rimonta di una Expedit (c.v.d.) che in quattro anni ha cambiato altrettante disposizioni e comincia a scricchiolare pericolosamente — superando il mio record personale e riuscendo, in solitaria, a disfare, trasportare giù da una scala a chiocciola e riassemblare il tutto in poco più di un’ora; proprio in quei giorni, dicevo, usciva il nuovo catalogo Ikea, subito ripreso e commentato da migliaia di blog e milioni di social-ikeisti, -ikeofili, -ikeologi, -ikeandi e -ikeattari.

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Ma prima del web, l’istituzionale appuntamento annuale col catalogo c’era già: il sito Home Designing infatti ha raccolto tutte le cover dal ’51 a oggi in una sorta di viaggio all’indietro nel tempo che è anche un viaggio nell’estetica, nelle mode, negli stili grafici degli ultimi sessant’anni.

E c’è pure chi ha immaginato che il colosso svedese, fondato nel ’43, sia in realtà in affari da secoli: il tumblr Ikea b4-XVI sagacemente accoppia prodotti presenti sullo store online a antichi capolavori rinascimentali, creando un corto circuito temporale grazie soprattutto alle minimali descrizioni dei prodotti (vedi immagini in alto e di seguito).

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