I coltelli sono morbidi e non c’è pericolo che possano tagliarti un dito. Con la mezzaluna puoi persino massaggiartici il collo e né col tostapane né con la floscia teierona c’è il rischio di scottarsi: è tutto fatto di stoffa, di cotone, di gommapiuma… Una cucina morbida, che di certo non funziona, ma che in compenso rallegra e rassicura.
Gli oggetti esposti esposti nella mostra Our Batteri, storie di credenze (a cura di Silvana Annicchiarico, direttore del Triennale Design Museum) nascono per raccontare attraverso il fare storie fragili e instabili, prendendo il via da un ambiente domestico — quello della cucina — potenzialmente irto di rischi (per il corpo ma anche e soprattutto per la mente).
Coltelli e mezzaluna, frullatore e tostapane, teierona e caffettiera, vasi e alzatine, pentole, tazze, imbuti, mestoli e zuccheriere sono state realizzati da 10 donne del centro d’igiene mentale di Livorno, coordinate da Clara Rota, docente del laboratorio bassasARToria, tenuto all’interno dell’Atelier Blu Cammello in collaborazione con la meravigliosa(mente sui generis) scuola di design Tam Tam.
QUANDO: 9 settembre — 5 ottobre 2014
OPENING: 9 settembre | 18,00
DOVE: Triennale Design Café | v.le Alemagna 6, Milano | mappa