Trovare l’equilibrio interiore in ufficio

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– Vòle qualc’altra cosa?
– Me ce metta pure ’n po’ de pommidori. Du’ manciadelle.
– Ecco qua. È ’n chiloeddue.
– ’N chiloeddue? Ma ’n glie funziona ’sta stadèra? Me sa che ’mbroja!
– No che no’mbroja la stadèra, signó. L’ho mannada a controllà mango ’n mese fa.

Classico dialogo di mia nonna col contadino al mercato, quando i contadini del Mercato delle erbe non usavano ancora le bilance elettroniche e appesa al muro tenevano appunto la stadèra, la bilancia d’origine romana che aveva un solo braccio che da bambino proprio non riuscivo a capire come facessero quei tizi rugosi e con le mani tozze e d’acciaio dal lavoro duro a misurare in pochi secondi il pesce fresco, le pesche, i brigoccoli e i pommidori, semplicemente mandando avanti o indietro il peso sulle tacche della lunga asta, mentre in maniera teatrale alzavano il braccio per tenere in equilibrio quell’arnese con le loro dita tozze, sollevandolo fino a mettere la merce sotto al naso del cliente.

Il nome, stadèra, viene dal latino statēra, cioè equilibrio, che a sua volta arriva dalla Grecia Antica, dove lo statēre era sia una moneta sia la bilancia usata per pesarne il valore.

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Utilizzando lo stesso principio di equilibrio e rifacendosi all’etimologia greca e latina, Fabrica ha appena lanciato Statera Plants, un porta-piante da scrivania ideato dalla designer Fiona O’Leary, che l’ha realizzata in collaborazione con Giorgia Zanellato.

Statera Plants ha l’aspetto di una bilancia sulla quale far stare in equilibrio due vasi ed è anche un porta-cancelleria.
Il concetto, che va al di là dell’aspetto puramente estetico, è quello di armonizzare la propria postazione di lavoro utilizzando le proprietà benefiche delle piante — sul sito ce n’è lista, ciascun esemplare con le sue caratteristiche — per depotenziare sia le negatività soggettive (come lo stress, le incazzature, la stanchezza), sia quelle oggettive (come i famigerati COV, i composti organici volatili emessi da server, computer, stampanti, fotocopiatrici…).

Dalla menta piperita, che aumenta la memoria, allo spatafillo, che diminuisce il mal di testa. Passando per la melissa che migliora l’umore, la gardenia che stimola il cervello, la violetta africana che allevia lo stress, l’edera che aumenta la concentrazione, il pothos che previene dolore toracico e irritazione alla gola causati dall’ozono delle fotocopiatrici e il filodendro che riduce la nausea.
Se poi però vuoi piantarci pommidori e rughetta magari i colleghi d’ufficio ne saranno ancor più felici.

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foto Marco Zanin

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