Chicken Broccoli Magazine, dal blog alla carta parlando di cinema

Chi legge Frizzifrizzi da qualche tempo conoscerà già Chicken Broccoli, blog di critica cinematografica fondato nel 2009 da un art director che è sempre voluto restare anonimo, che scrive riempiendo (spesso volutamente) i suoi post di refusi, che ama le tette e le rosse e ce lo ricorda più o meno una volta a settimana, che di tanto in tanto ripiega su espressione romanesche che ne tradiscono l’origine, che adora l’horror e il cinema di genere, che ha una competenza vastissima su fumetto e illustrazione e che riempie gli articoli di video e gif animate che rallentano inesorabilmente il browser attirando a sé le maledizioni di una buona metà del suo fedelissimo pubblico.

Su CB broccolo equivale a film brutto e pollo a film bello, e tra le macellerie e i frutta&verdura della capitale girava da tempo voce che l’anonimo cinefilo avesse intenzione di lanciare un magazine, uno “vero”, di carta, che non si blocca con le gif, che puoi portarti al cesso, lasciare in metro, ammazzarci le zanzare, raccoglierci la cacca del cane.

I “rumors” si sono poi rivelati fondati. Il magazine c’è. Anzi, ci sarà. Anzi ce ne saranno due, uno per i buoni e uno per i cattivi. Questo in realtà sta a te, lettore, visto che giusto oggi parte la campagna di crowdfunding.

A cercare di convincervi e dissuadervi sarà lo stesso fondatore, quell’anonimo art director che per la rivista è riuscito a raccogliere attorno a sé il meglio dell’illustrazione, del fumetto e della street art italiana e internazionale. Nomi come Zerocalcare, Rober Ball, Ale Giorgini, Nicoz Balboa, Rubens Cantuni, Stupid Love, Ashi, Simone Massoni, Il Pistrice, Irene Rinaldi & Marco About, Viola Von Hell & Fabio Stazi, Rita Petruccioli, Alice Beniero, Lucamaleonte, Rise Above, Zaelia Bishop, LP, Thomas Czarnecki.

Quando l’ho intervistato era travestito da broccolo (lo fa spesso, è fatto così), e ovviamente ha riempito la pagina di gif…

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Broccolo

Caro Broccolo (posso chiamarti così?), perché una rivista? Perché ora? Perché il crowdfunding (che forse è il prima caso di verdura che chiede un finanziamento dal basso)?

Una rivista perché prima del blog, prima di comprare il dominio e trasformarlo in un sito, prima di tutto, c’erano le riviste e prima ancora le fanzine. Quindi per me è una sorta di ritorno all’antico amore. Ora perché erano tre, quattro anni che non mi buttavo in qualche folle progetto con tutto il carico di stress e felicità che ne consegue. Il crowdfunding… perché no?

Di piattaforme di crowdfunding ce ne sono tante. Come hai scelto Ulule?

Perché mi faceva ridere il nome Ulule. Lupo ululà, ChickenBroccoli Ululè. A parte tutto mi sembra una piattaforma particolarmente concentrata su progetti artistici e creativi. E poi avevo avuto un esempio vicino di campagna di successo, infatti Il Pistrice, uno degli artisti coinvolti nel magazine, ha prodotto con successo il libro di illustrazione Kamasutra, quindi mi sono anche potuto accollare a lei per le informazioni di base. Inoltre le ragazze del sito che hanno risposto alle mie diecimille domande: sono tutte carine, forse perché sono del nordeuropa.

Chicken

Il tuo blog è fatto perlopiù da recensioni: broccolo, brutto film; chicken, bello film. Come funzionerà il magazine? Ci saranno rubriche, interviste? E i contenuti su carta saranno disponibili pure online?

Prima di tutto bisogna specificare che i due magazine sono uguali ma diversi, come Danny e Arnold ne I Gemelli. Quindi ci saranno gli stessi articoli ma declinati diversamente. Cattivi da una parte, Buoni dall’altra. Ogni numero del magazine avrà i suoi “tempi”, come ogni rivista che si rispetti. Si parte con un articolo lungo sui concetti (cinematografici ovviamente) di Nemesi e Eroe. Poi ecco arrivare le recensioni: ho chiesto a dieci illustratori (cinque per uscita) di scegliere un film, io l’ho recensito. E poi interviste a fotografi e artisti, l’oroscopo cinematografico (sei segni buoni, sei segni cattivi… il tuo dove sarà?), uno special orientale e un “cattivometro/buonometro” per scoprire se sei come Morgan Freeman/Dio o Robert De Niro/Diavolo.

COVER BUONI preview

COVER CATTIVI preview

Credo tu sia pure il primo broccolo al mondo a curare l’art direction di un magazine. Che tipo di lavoro hai fatto sul progetto grafico?

Io non faccio progetti, faccio grafica. Questo per dire che la grafica viene dall’impeto creativo. Sono per l’occhiometro e non per i mille righelli e le “sezioni auree” che ok, fanno molto art director, ma mi annoiano tantissimo. Il progetto ancora non c’è, o meglio è tutto dentro la carta bianca, è come quella cosa di Michelangelo e delle sculture che stanno già nel blocco di marmo (solo paragoni veramente assurdi, se li fa da solo CB). Comunque per aiutare i possibili acquirenti a immaginarmi al lavoro voglio condividere con voi una foto di me impegnato nella creazione del magazine.

mad_men_broccolo

Ti sei ispirato a qualche rivista online/offline internazionale?

Per chiunque unisca l’amore per il cinema con quello per il fare magazine il faro da seguire è di certo Little White Lies. Conosco da tempo quelli che lo fanno (non si direbbe ma smessi i panni di CB sono una persona seria) e il loro lavoro su quella rivista è esattamente il tipo di gestione artistica e creativa che in Italia manca. Per ora il Chicken Broccoli Magazine avrà la forma che trovate spiegata sul sito, ma una cosa è certa, non rimarrò legato necessariamente a questo format. Non è la prima rivista che faccio e ho deciso che questa volta ogni uscita (assolutamente atemporale e aperiodica) dovrà prima di tutto essere un’idea, dovrà vincere la “genialata” sulla ripetizione di un format prestabilito. Magari per il numero due ti ritrovi una collezione di poster da staccare e appendere oppure una risma tipo biglietti da cinema che sono in realtà dei flipbook.

[Mentre mi parla dei flipbook il broccolo fa quest’espressione qua sotto]

jesse_broccolo

Come ti aspetti verrà accolto il magazine?

Così.

Oppure così.

Oppure anche così.

[Inizio a chiedermi: come diavolo farà ad abbandonare video e gif? Ci riuscirà mai?] Oltre a te chi fa parte della squadra che ha lavorato alla rivista?

I veri Protagonisti del magazine sono ovviamente gli artisti coinvolti. A livello di scrittura mi aiuteranno i collaboratori “storici” del sito: Alabama, che è colei che mi salva dalle visioni di film orientali; Zvetkov, che è quello che quando scrive non si capisce un’acca; poi La Traba, che curerà uno speciale oroscopo cinematografico, lei è l’ultimo acquisto in ordine di tempo ma dal grande successo, Brezsny è già preoccupatissimo. E poi c’è stato il magazine trailer, che ridefinisce un po’ il concetto di “recita delle medie”, che non sarebbe stato possibile (parte il ringraziamento tipo Oscar) senza Annagina Totaro di Bananità, Michele Saia di ZeroStile e I Missili che hanno offerto il loro micidiale e ipnotico motivetto.

Come hai coinvolto tutti gli artisti che parteciperanno al primo numero?

Qui lo so che ti aspetteresti una risposta sagace e divertente tipo “gli ho rapito i figli” oppure paradossale tipo “li ho pagati”, invece la risposta è un’altra, e viene da lontano, più precisamente dalla vita extra-web, extra-internet, e cioè da quell’identità segreta (o che io mi ostino a pensare segreta) che fa questo tipo di cose “’na cifra artistiche” da tanti anni e che, almeno credo, ha conquistato una fiducia rispetto a quello che sarà il risultato finale.
La “costruzione” del magazine è stata la parte più divertente: mettere su le idee, decidere con gli artisti i film, inseguire Zerocalcare con un teaser elettrico, essere felice come una pasqua quando Robert Ball ti manda i suoi Goodies & Baddies.
La produzione sarà la parte che invece definirei “Jack Torrance”: impaginare, scrivere, morire congelati in un labirinto di quadricromie e pdf.
Ma come dice il creativo di Tron: «continui a fare quello che sei convinto di dover fare anche se ti sembra del tutto assurdo».

Un'illustrazione di Irene Rinaldi, gentilmente concessa in anteprima a Frizzifrizzi dal broccolo
Un’illustrazione di Irene Rinaldi, gentilmente concessa in anteprima a Frizzifrizzi dal broccolo

Che significa scrivere di cinema al tempo del web?

Scrivere di cinema significa sempre la stessa cosa, da sempre e per sempre: dire quello che si pensa cercando di elaborare quello che un film ti ha detto. È il compito del critico sezionare la visione e operare a cuore aperto sul film stesso sul tavolo di celluloide.
A volte penso che la critica serva al cinema per spiegargli chi è. Non credo che i registi (intendo quelli bravi) stiano lì a pensare “questo ai critici piacerà, qui i critici ci vedranno questo e quello, quanto sono significante, che bravo che sono”. Loro fanno film, noi li vediamo e gli spieghiamo cosa hanno fatto.
Con la critica di ogni forma d’arte penso vada sempre così. Il web non ha cambiato nulla, ha solo moltiplicato a dismisura la quantità di gente che scrive, con tutto quello che ne consegue (affollamento di opinioni, flame inutili, gelosie quando vedi che un cineblogger è andato a un’anteprima e tu no).

Ashi per Chicken Broccoli Magazine | Band á part
Ashi per Chicken Broccoli Magazine | Band á part

[Ecco, glielo chiedo] Le tue recensioni sul blog sono piene di video e link, come farai a trasportare questo stile su carta?

Zitto che è lo scoglio più grande che ho dovuto superare prima di intraprendere questa odissea. Mi sveglio la notte pensando a come fare dei link su carta. Giuro che ci riuscirò.

Uno dei marchi di fabbrica del tuo blog sono i refusi. Ce ne saranno anche sulla rivista?

Correttoir di bozze? Dove staimo andando non c’è bisongo di corretori di bozze!

Uno dei premi per chi partecipa alla campagna di crowdfunding, una serigrafia de Il Pistrice
Uno dei premi per chi partecipa alla campagna di crowdfunding, una serigrafia de Il Pistrice

Ultimissima: film e serie tv migliori e peggiori usciti finora nel 2014.

Ah, bel dilemma.
Questo 2014 mi ha messo di fronte a una realtà desolante, ti dico solo che ancora, nonostante siano passati 7 mesi 7 da quel lontano 1° gennaio, ancora non ho individuato un solo trend (dicesi trend quelle mode cinematografiche di fare le stesse cose tutte insieme, hai presente ad esempio quanti film con le streghe sono usciti nel 2013?). Posso dire che The Wolf of Wall Street sarà molto in alto nei Chicken Movie (ma aspetto Intestellar).
Per le serie: tutti hanno gridato al miracolo True Detective che sì, percaritàdiddio bello eh, ma a me è piaciuto più Fargo. E poi accattate’ a Gomorr’ che sinnò arriv’ Genny Savashtan e te spar intra cappa!.
La Serie TV broccola dell’anno (che ormai ha prevaricato anche il concetto di guilty pelature) è l’ultima di True Blood, attualmente in onda. Le stronzate (si può dire stronzate in questo blog?) che hanno fatto e detto in quella serie non ha eguali… mi aspetto un finale col botto (peggiore ancora di quello di Dexter, intendo).

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