Prima di diventare pittrice, Carla Bedini ha esplorato l’universo scientifico. Laureata in ingegneria elettronica, incontra la pittura solo prima di prendere una seconda laurea in farmacia.
E verrebbe da dire che nell’intensità delle sue opere esposte in via Farini a Milano tale percorso traspaia, per esempio nei ritratti delle sue maghe bambine, nelle geometriche essenze delle rare stanze rappresentate, nella scelta dei materiali, legno e garze, con cui ha giocato fin da piccola.
Le sue tele sono popolate da protagoniste pensierose, i cui volti e mani emergono da spazi surreali non ben definiti.
Togliendo la distrazione di un contesto, di loro rimane lo sguardo, penetrante, quasi sempre puntato su di noi. Chi ci guarda non è triste, solo sembra non sia entusiasta di vederci.
Per questo a ogni sua mostra è difficile non sentire quasi il disagio di chi, con la sua presenza, avesse interrotto qualcosa. Come quando si arriva in ritardo a una cena e il momento dei convenevoli è passato e si rimane con la sensazione di essersi persi l’inizio di ogni discorso. E allora si cerca di fare i simpatici, ma spesso le battute non hanno esiti.
Il titolo dell’ultima personale di Carla è Le donne non dovrebbero essere Illuminate, tratto provocatoriamente da una frase di Sant’Agostino.
L’anima è al centro di ognuna di queste venti opere, tanto che le protagoniste non indossano veri e propri abiti ma fili, falene, rami e nuvole (per catturare gli arcobaleni, ci viene detto).
Il corpo viene zittito, lasciando ampio respiro al resto. In questi quadri all’ apparenza fiabeschi e spensierati, c’è una buona dose di inquietudine, che emerge da un’espressione, un gesto, un dettaglio che stride e ci fa venire voglia di capire più a fondo. Una sorta di “trappola”, che ci attira.
A scrutarci sono ragazze che hanno tratti seri e maturi e donne bambine. E noi rispondiamo ai loro sguardi, per coglierne il segreto.
E ripercorrendo la tela, ci accorgeremo che le protagoniste portano ricamata, ognuna, una piccola, semplice frase. Una chiave di lettura? Un medicamento? La mia memoria poco allenata mi ha concesso di ricordarmi solo questa: diventerò acqua e attraverserò il cielo a nuoto.
QUANDO: Dall’8 giugno al 25 luglio | Ingresso libero
DOVE: Presso Ca’ di Frà | Via Farini 2, Milano | Mappa