Mondopasta: bando a tradizioni e stereotipi, la pasta ora la fanno i maker

UNCUT | progetto di Francesca Lanzavecchia + Hunn Wai, 2014
UNCUT | progetto di Francesca Lanzavecchia + Hunn Wai, 2014

Spaghetti infiniti, pasta a base di farina di grillo, stampati 3d modificate, lasagne tatuate…
Non capita tutti i giorni di trovarsi di fronte a sperimentazioni a base di pasta, una delle colonne della dieta mediterranea, simbolo iper-tradizionale (e a volte stereotipato) delle abitudini, dei sapori, dello stile di vita italiano. Tanto che a molti anche solo l’idea di uno spaghetto stampato in 3D potrà sembrare blasfema.

Ad ideare questa eretica provocazione è un gruppo di designer, maker, artigiani e animatori culturali che durante la design week milanese ha allestito una mostra nata dalla volontà di contaminare uno dei temi fondanti dell’italianità—l’alimentazione e nello specifico, appunto, la pasta—con le nuove tecnologie della produzione digitale.

La mostra, intitolata Mondopasta, è ospitata negli spazi di Subalterno1, una galleria in zona Lambrate interamente dedicata all’autoproduzione.
«Durante l’anno Subalterno 1 organizza tre o quattro mostre che poi culminano con una presentazione pensata appositamente per la design week, per poi ricominciare con la normale attività», mi spiega Patrizia Bolzan, una delle coordinatrici dello spazio insieme a Stefano Maffei, che ha curato l’esposizione, ed Andrea Gianni.
«Abbiamo pensato fosse estremamente importante fare Mondopasta in questo momento, utilizzando il palcoscenico della design week», mi spiega LEI, «soprattutto in vista dell’Expo del prossimo anno, per lanciare un messaggio».

UNCUT |  | «Lo scopo di questo progetto era quello di ridisegnare il mondo della pasta attraverso una visione sperimentale e contemporanea. L'intenzione era quella di generare nuovi significati e valori, modificando direttamente le fasi produttive, attraverso un uso della pasta non convenzionale che trasformasse la tradizione in una nuova esperienza. Per farlo, abbiamo tratto spunto da una famosa scena di dineyana memoria: lo spaghetto condiviso da Lilly e il Vagabondo»
UNCUT | | «Lo scopo di questo progetto era quello di ridisegnare il mondo della pasta attraverso una visione sperimentale e contemporanea. L’intenzione era quella di generare nuovi significati e valori, modificando direttamente le fasi produttive, attraverso un uso della pasta non convenzionale che trasformasse la tradizione in una nuova esperienza. Per farlo, abbiamo tratto spunto da una famosa scena di dineyana memoria: lo spaghetto condiviso da Lilly e il Vagabondo»

Il messaggio è che si può affrontare anche un tema quasi “intoccabile” come quello della pasta con un approccio differente. Talmente differente che Patrizia, sorridendo e senza nascondere una certa soddisfazione, mi racconta di un gruppo di olandesi (durante il Salone/Fuorisalone Lambrate è il regno degli olandesi), dopo aver visto la mostra si sono meravigliati che ad organizzarla fossero degli italiani… E questo la dice lunga sul potere degli stereotipi.

Elemento comune della mostra è la creazione di nuovi formati di pasta o di “personalizzazione” della medesima, facendo lavorare l’ingegno, utilizzando le nuove tecnologie o introducendo strumenti presi da altri settori, spesso e volentieri modificando—ma è più corretto parlare di hacking—gli strumenti.

È il caso della macchina per tatuaggi aggiustata in modo tale da poter funzionare col nero di seppia, così da permettere di tatuare la pasta fresca (e il disegno rimane anche dopo la cottura!). O della stampante 3d con le componenti modificate per realizzare un lunghissimo mono-spaghetto.

NIGREDO | progetto di Tecnificio (Patrizia Bolzan + Marcello Pirovano), 2014
NIGREDO | progetto di Tecnificio (Patrizia Bolzan + Marcello Pirovano), 2014

Tutti gli strumenti in esposizione sono quelli effettivamente usati per realizzare la pasta.
«Non abbiamo imbrogliato», dice Marcello Pirovano, che insieme a Patrizia ha fondato Tecnificio, una cosiddetta maker facility, punto d’incontro tra nuovo e vecchio artigianato, tra sapere manuale e tecniche digitali.
«Tutto quello che vedi sui tavoli funziona veramente».

I prototipi utilizzati sono frutto della collaborazione con altre realtà innovative nel nuovo mondo della produzione digitale: FabLab Milano e Slowd (che ho già avuto modo di intervistare giusto un anno fa), oltre allo stesso Tecnificio.

I progetti di Mondopasta sono frutto di una “call”, una chiamata alle arti attraverso la quale gli organizzatori hanno chiesto a una rosa ristretta di designer di presentare un’idea. Tra quelle arrivate ne sono state poi scelte sette («Circa il 30%», rivela Marcello), più che altro per questioni di spazi limitati, privilegiando quelle meno finite e più sperimentali, che potessero però offrire più spunti di riflessione sul tema cibo-nuove tecnologie.

NIGREDO | «Nigredo, conosciuta anche come "opera al nero", è la prima e fondamentale fase di ogni processo alchemico. E quale luogo domestico, se non la cucina, è più adatto per trasformare la materia? Peccato che il nero tra i fornelli si trovi assai di rado. Trovarlo può essere molto sgradevole: neri sono lo sporco e la muffa, gli insetti infestanti e i cibi avariati. Ma esiste un ingrediente che è nero  (e buono) per eccellenza: l'inchiostro di seppia. Quindi al diavolo il risotto e le tagliatelle tinte: con il progetto Nigredo abbiamo unito nel mixer le nostre passioni per il cibo, la grafica e la stampa 3D, e hackerando una tattoo machine professionale, abbiamo tatuato il nostro piatto di lasagne»
NIGREDO | «Nigredo, conosciuta anche come “opera al nero”, è la prima e fondamentale fase di ogni processo alchemico. E quale luogo domestico, se non la cucina, è più adatto per trasformare la materia? Peccato che il nero tra i fornelli si trovi assai di rado. Trovarlo può essere molto sgradevole: neri sono lo sporco e la muffa, gli insetti infestanti e i cibi avariati. Ma esiste un ingrediente che è nero (e buono) per eccellenza: l’inchiostro di seppia. Quindi al diavolo il risotto e le tagliatelle tinte: con il progetto Nigredo abbiamo unito nel mixer le nostre passioni per il cibo, la grafica e la stampa 3D, e hackerando una tattoo machine professionale, abbiamo tatuato il nostro piatto di lasagne»

Ad accompagnare le creazioni dei designer—Massimiliano Adami, Francesco Lombardi e Marcello Ligabue di FabLab Reggio Emilia, Francesca Lanzavecchia ed Hunn Wai, Claudio Larcher, Brian Sironi con Giulia Tacchini, Alessandro Stabile e i due di Tecnificio—anche un progetto fotografico di Federico Villa, che ha ritratto i maker con una serie di polaroid durante il pranzo (ovviamente a base di pasta!).

E proprio su tavoli da pranzo—di modernariato, che quindi creano un contrasto affascinante che si sposa benissimo con il concetto tradizione/innovazione—è allestita l’esposizione. «L’autoproduzione si vende poco, il modernariato va sempre» mi spiega Patrizia, che mi racconta anche che Subalterno1 per finanziare le mostre vende appunto modernariato.

Come a confermare quanto appena detto arrivano due anziane e vispe signore milanesi che girano curiose per la stanza, chiedono informazioni, ammirano un po’ schifate i barattoli pieni di grilli vivi a km0 (sono brianzoli, allevati per dar da mangiare ai serpenti) da utilizzare come materia prima per la pasta a base di farina di grillo (80% di proteine e un sapore che assomiglia a quello del pane di segale), e poi prima di uscire chiedono lumi sui tavoli e sulle sedie e se ne vanno soddisfatte con un biglietto da visita e in mano, promettendo di ritornare a fare acquisti a fine design week, finanziando, senza saperle, le prossime iniziative della galleria.

BIPASTA | progetto di Brian Sironi + Giulia Tacchini, 2014
BIPASTA | progetto di Brian Sironi + Giulia Tacchini, 2014
BIPASTA | «La Bipasta è una nuova tipologia di pasta che offre due macronutrienti: carboidrati e proteine. L'apporto proteico, assente nella pasta tradizionale, è fornito da un ingrediente inedito: la farina di grillo.La Bipasta ha la forma dei croxetti, pasta tipica della cucina ligure, ed è stampata con un timbro creato in prototipazione rapida, che permette di produrre 3 pezzi alla volta. L'utilizzo della farina di grillo, oltre a essere più sostenibile, avvicina la cultura italiana della pasta ad altre culture alimentari: la Bipasta è un alimento sincretico che riunisce diversi macro nutrienti e differenti codici, sintetizzati nel simbolo "spiga grillo" stampato sui croxetti.
BIPASTA | «La Bipasta è una nuova tipologia di pasta che offre due macronutrienti: carboidrati e proteine. L’apporto proteico, assente nella pasta tradizionale, è fornito da un ingrediente inedito: la farina di grillo.La Bipasta ha la forma dei croxetti, pasta tipica della cucina ligure, ed è stampata con un timbro creato in prototipazione rapida, che permette di produrre 3 pezzi alla volta. L’utilizzo della farina di grillo, oltre a essere più sostenibile, avvicina la cultura italiana della pasta ad altre culture alimentari: la Bipasta è un alimento sincretico che riunisce diversi macro nutrienti e differenti codici, sintetizzati nel simbolo “spiga grillo” stampato sui croxetti.
BIPASTA
BIPASTA
LA COLLEZIONE DEL DR.K | progetto di Claudio Larcher, 2014
LA COLLEZIONE DEL DR.K | progetto di Claudio Larcher, 2014
LA COLLEZIONE DEL DR.K | «A partire dagli anni cinquanta le cucine degli italiani si sono riempite di tecnologia e macchinari elettrici. Da allora tutte queste macchine sembrano imprescindibili: dal semplice frullatore, alla macchina per il pane, alla vaporiera, alla macchina per la pasta, per il caffè, etc... Addirittura negli ultimi anni sono comparsi dei robot da cucina che svolgono tutte le fasi della preparazione dei cibi . Il progetto dei robot da pasta della collezione del Dott. K, è una riflessione su questi strumenti tecnologici per fare la pasta: molte volte la tecnologia riesce a complicare anche i processi più semplici. Così i tre macchinari (Fase 1, Fase2 e Fase 3) pur avendo un’estetica un po’ da robot anni cinquanta non sono altro che finte macchine da cucina che contengono i semplicissimi e universali strumenti per fare la pasta»
LA COLLEZIONE DEL DR.K | «A partire dagli anni cinquanta le cucine degli italiani si sono riempite di tecnologia e macchinari elettrici. Da allora tutte queste macchine sembrano imprescindibili: dal semplice frullatore, alla macchina per il pane, alla vaporiera, alla macchina per la pasta, per il caffè, etc… Addirittura negli ultimi anni sono comparsi dei robot da cucina che svolgono tutte le fasi della preparazione dei cibi . Il progetto dei robot da pasta della collezione del Dott. K, è una riflessione su questi strumenti tecnologici per fare la pasta: molte volte la tecnologia riesce a complicare anche i processi più semplici. Così i tre macchinari (Fase 1, Fase2 e Fase 3) pur avendo un’estetica un po’ da robot anni cinquanta non sono altro che finte macchine da cucina che contengono i semplicissimi e universali strumenti per fare la pasta»
ZAG | progetto di Alessandro Stabile, 2014 | «Vedo la pasta come un prodotto ben progettato, in cui ingredienti e lavorazione contribuiscono alla soddisfazione del buongustaio tanto quanto la forma ed il decoro. Ho deciso dunque di indirizzare il mio pensiero sul dettaglio: il perimetro della pasta tagliata a mano è diventato il centro del mio progetto. Ho disegnato sei nuovi tipi di taglio-decoro della pasta che si effettuano unicamente grazie ad elementi realizzati con la stampa 3d.  Questi elementi intercambiabili su di un manico tornito in legno compongono un kit per il cuoco attento ai particolari»
ZAG | progetto di Alessandro Stabile, 2014 | «Vedo la pasta come un prodotto ben progettato, in cui ingredienti e lavorazione contribuiscono alla soddisfazione del buongustaio tanto quanto la forma ed il decoro. Ho deciso dunque di indirizzare il mio pensiero sul dettaglio: il perimetro della pasta tagliata a mano è diventato il centro del mio progetto. Ho disegnato sei nuovi tipi di taglio-decoro della pasta che si effettuano unicamente grazie ad elementi realizzati con la stampa 3d. Questi elementi intercambiabili su di un manico tornito in legno compongono un kit per il cuoco attento ai particolari»
NONNABOT | progetto di Francesco Bombardi + Marcello Ligabue, 2014
NONNABOT | progetto di Francesco Bombardi + Marcello Ligabue, 2014
NONNABOT | «Il progetto intende introdurre nel mondo delle macchine per la preparazione-trasformazione della pasta nuovi immaginari legati alla fabbricazione digitale e alle sue potenzialità di personalizzazione e autoproduzione. Nonna-bot nasce da una azione di hackeraggio di una stampante 3D Sharebot NG: al posto dell’estrusore si inserisce una lama per tagliare la sfoglia, in grado di interfacciarsi ad un tablet, smartphone o computer e fungere da “fresa per la pasta” o plotter da taglio. Con nonna-bot la preparazione diventa esperienza, migliora l’approccio creativo, genera nuove idee e forme, è personalizzata su misura e riscatta l’immaginario e il piacere della preparazione. Nonna-bot è un utensile che vuole emozionare come i vecchi utensili casalinghi della nonna. Con la nonna-bot si può disegnare e tagliare in modo elementare qualsiasi forma di pasta e personalizzarsi ogni boccone. Subito sul tavolo!»
NONNABOT | «Il progetto intende introdurre nel mondo delle macchine per la preparazione-trasformazione della pasta nuovi immaginari legati alla fabbricazione digitale e alle sue potenzialità di personalizzazione e autoproduzione. Nonna-bot nasce da una azione di hackeraggio di una stampante 3D Sharebot NG: al posto dell’estrusore si inserisce una lama per tagliare la sfoglia, in grado di interfacciarsi ad un tablet, smartphone o computer e fungere da “fresa per la pasta” o plotter da taglio. Con nonna-bot la preparazione diventa esperienza, migliora l’approccio creativo, genera nuove idee e forme, è personalizzata su misura e riscatta l’immaginario e il piacere della preparazione. Nonna-bot è un utensile che vuole emozionare come i vecchi utensili casalinghi della nonna. Con la nonna-bot si può disegnare e tagliare in modo elementare qualsiasi forma di pasta e personalizzarsi ogni boccone. Subito sul tavolo!»
STRACOTTO AL DENTE | progetto di Massimiliano Adami . Collaboratore: Francesco Tarantino, 2014 | «Gli spaghetti n°3 sono perfetti, amo quelli sottili che cuociono in un minuto,spesso stracotti, ma non apprezzo allo stesso modo lo spaghettone o il bucatino, spesso troppo al dente. Eppure sono fatti tutti con lo stesso materiale! Sarà una questione di percezione del gusto? Stracottoaldente vuole valutare questa ipotesi, così ha preso forma uno spaghetto in cui si alternano spessori differenti per ottenere, a seguito di una cottura standard, gradi di cottura differenti e sollecitare al massimo la percezione tattile del gusto»
STRACOTTO AL DENTE | progetto di Massimiliano Adami . Collaboratore: Francesco Tarantino, 2014 | «Gli spaghetti n°3 sono perfetti, amo quelli sottili che cuociono in un minuto,spesso stracotti, ma non apprezzo allo stesso modo lo spaghettone o il bucatino, spesso troppo al dente. Eppure sono fatti tutti con lo stesso materiale! Sarà una questione di percezione del gusto? Stracottoaldente vuole valutare questa ipotesi, così ha preso forma uno spaghetto in cui si alternano spessori differenti per ottenere, a seguito di una cottura standard, gradi di cottura differenti e sollecitare al massimo la percezione tattile del gusto»
In mostra anche un progetto fotografico di Federico Villa: ritratti su Polaroid dei protagonisti di Mondopasta mentre mangiano. Ovviamente pasta!
In mostra anche un progetto fotografico di Federico Villa: ritratti su Polaroid dei protagonisti di Mondopasta mentre mangiano. Ovviamente pasta!
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