La Berlino del Muro, la Spagna di Franco, la Praga dietro alla Cortina di Ferro, la Linea Sigfrido dei nazisti, Il grande dittatore di Chaplin, il design sotto il fascismo e l’architettura italiana tra le due guerre: questi alcuni dei temi trattati nell’ultimo numero di The Modernist, rivista indipendente inglese dedicata al design e del XX secolo, che con gran tempismo (vedi il rinnovato fervore assolutista di Putin) punta i riflettori su un tema tuttora controverso come il rapporto tra regime e architettura.
Interessanti le domande che escono fuori dai mini-saggi raccolti: è possibile mettere volontariamente un velo d’oblio su edifici e piani urbanistici commissionati da tiranni come Hitler, Stalin o Mussolini? Quella stessa architettura ha un debito verso il modernismo progressista? Che influenza ha avuto l’architettura di regime nelle successive generazioni di progettisti?
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