Tiii.me

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Negli anni ’90 ho passato un totale di 10 giorni e 19 ore, pubblicità escluse, a guardare Beverly Hills 90210 (inizialmente l’ho fatto per la mia educazione sentimentale poi perché volevo vedere chi si metteva con chi e in stati d’alterazione la visione del faccione inespressivo di Tori Spelling era esilarante).
Sempre negli anni ’90 sono stato per 4 giorni e 16 ore, ancora pubblicità escluse, davanti a Dawson’s Creek (perché sotto sotto già intuivo che in quella serie tv si nascondevano migliaia di agganci per conversazioni che avrei avuto in futuro).
Durante gli anni universitari ho accumulato 11 giorni 9 ore e 40 minuti guardando nottetempo e con poche pubblicità—ma sempre, rigorosamente in stato di alterazione—le repliche di Frasier, Mad about you e Friends insieme alla mia ex, in un microscopico appartamento bolognese che dividevamo in sei, tre persone e tre enormi scimmie paranoiche sulle loro spalle.

Poi ci fu il periodo Scrubs (3gg 6h 25m), che si intersecò brevemente con la (re)visione di Twin Peaks (appena 1g 1h 22m), prima della grande abbuffata di Lost, Heroes, Six Feet Under, Dexter (fino alla quinta stagione poi abbandonato), Mad Men, Bored to death, Game of thrones, Suits, The Good Wife, United States of Tara, Boston Legal, due stagioni di Downton Abbey, due di Misfits, una della celebratissima Breaking Bad (tanto celebrata che mi tocca giustificare: iniziai a vederla in un bruttissimo periodo e pur trovandola meravigliosa non sono più riuscito ad andare avanti senza associare BB = male) e solo fin qui siamo a 23 giorni, 14 ore e 55 minuti, sempre al netto della pubblicità, più altre decine di serie tv e relativi giorni passati davanti a schermi grandi e piccoli, portatili o casalinghi, a casa mia o in casa altrui, in hotel, in treno, in aereo, persino in bagno.

E poi le serie animate: Simpson, Futurama, South Park, Griffin, Ugly Americans (21gg 2h 43m)…
Senza contare i “meravigliosi” anni ’80 e i Magnum P.I., gli Happy Days, i Robinson e i Jefferson, l’A-Team, Hazzard e Supercar, Automan e bizzarrie come Riptide e Fantasilandia. Poi Simon & Simon, Alf, Super Vicky, Casa Keaton, Genitori in blue jeans, I ragazzi della IIIC, Classe di Ferro (rigorosamente d’estate, dalla nonna, insieme a La signora in giallo e Colombo), e più tardi quelli di passaggio come Bayside School e Willy, il principe di Bel-Air.

Aggiungici le valanghe di cartoni animati e dei miei 35 anni di vita forse uno l’ho passato interamente davanti alla tv. L’ho calcolato con Tiii.me, un sito di quelli buoni per perdere una mattinata a buttar dentro titoli e che quando ti pare di aver finito ecco che te ne vengono in mente degli altri, e mentre lui calcola il tempo totale di ogni singolo episodio di ogni stagione di ogni telefilm, dalla sigla iniziale a quella finale, tu puoi pensare a cose “alte” come il senso della vita e il tempo che nessuna rete tv, regista o produttore ti ridarà indietro.

Oppure perderti in mezzo ai ricordi rimasti intrecciati tra una puntata e l’altra di una serie, i pomeriggi caldi, le merendine, il campetto, i primi amori, le lacrime.
O, ancora, semplicemente metterti davanti allo schermo con qualche amico o collega della tua età e giocare a ricordare i titoli, per poi finire a ridere delle curve a gomito di Automan, dell’atmosfera allucinata di Fantasilandia, o magari di Ciro.
Ciro è lui.

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