Chef’s cup 2014 | Nespresso

altabadia

Alta Badia

Corvara, Colfosco, La Villa, San Cassiano, Badia, Pedraces, La Valle, San Martino in Badia compongono l’Alta Val Badia cuore delle Dolomiti, dal 26 giugno 2009 Patrimonio Naturale dell’Umanità UNESCO.
Uno spettacolo unico fatto di vette imponenti dai colori cangianti, una vegetazione rigogliosa di boschi di conifere, fra cui l’abete rosso, l’abete bianco e il pino silvestre ed una miscellanea di idiomi che vanno dal ladino al friulano, dal tedesco all’italiano.

Quanto alla fauna le Dolomiti, che devono il proprio nome al naturalista francese Déodat de Dolomieu il quale fu il primo a studiarne il particolare tipo di roccia che caratterizza queste cime, paiono essere popolate da scoiattoli, caprioli, aquile reali, galli cedroni, pernici bianche, rapaci notturni, orsi bruni, camosci, cervi, stambecchi, tassi, martore ed ermellini. Per loro fortuna, fatta eccezione per qualche gallo cedrone saltellante qua e là, io non li ho incrociati… È andata peggio però al natante indigeno, il Salvelinus fontinalis, conosciuto comunemente come Salmerino di fontana un pesce appartenente alla famiglia Salmonidae; il malcapitato è stato avvistato in almeno 4 dei 10 piatti presentati dagli chef durante la prima cena!

badminton

Badminton

B come baita, meglio baite, le tante che ci hanno ospitato durante i tre giorni in montagna, sarebbe stato troppo scontato e sapete che questo non è lo stile della casa.
Allora eccovi servita la B di Badminton. Anche voi non sapete che cosa è? Semplice, il badminton, in italiano il volano, è una specie di tennis che si gioca con una racchetta ed una semisfera dotata di allegri pennacchi.

Durante il Nespresso Badminton time, su un campo da gioco innevato ai piedi della mitica piasta della Gran Risa, sei chef divisi in 3 squadre, si sono sfidati a colpi di volano e racchetta, sotto l’occhio vigile ed imparziale dell’arbitro/chef Giancarlo Morelli.
Chi ha vinto? Onestamente non lo so, perché a metà della seconda partita sono andata a fare un riposino. Provate voi satolli dopo il pantagruelico pasto a seguire il ritmo del bianco volano sulle bianche nevi della Val Badia.

Chef’s Cup

La Chef’s Cup Südtirol, giunta quest’anno alla nona edizione, nasce nel 2004 da un’idea di Norbert Niederkofler, lo chef altoatesino patron del Ristorante St. Hubertus. “Un incontro tra chef, in un contesto informale, per ritrovarsi a chiacchierare sulle nuove tendenze in cucina senza gareggiare tra i fornelli, ma gareggiando sulla neve” Norbert Niederkofler,

Manifestazione biennale per le prime due edizioni (2004-2006) prende cadenza annuale dal 2008 e nel 2009 visto il successo apre inevitabilmente le porte anche agli amici degli amici. Alla base della Chef’s Cup ci sono una serie di valori condivisi dai partecipanti (chef, produttori, addetti ai lavori o semplici appassionati amici di…) e l’unanime obiettivo di mantenere alta l’attenzione per la qualità del prodotto e per il territorio nella selezione delle materie prima.

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Dolomiti

Per nome, popolazione, flora e fauna vale più o meno quanto scritto alla lettera A.

Elenco

L’Elenco giornaliero e dettagliato degli chef partecipanti a questa nona edizione della Chef’s Cup lo trovate qui.

fila

Fila

F come fotografia, F come il paziente amico Franco, ma soprattutto F come Fila. Si avete capito bene Fila. Fila per i primi, fila per i secondi, fila per i dolci, fila per l’acqua, fila per il vino e fila pure per i caffè. Anche se io quest’ultima l’ho sempre saltata perché essendo ospite Nespresso ho goduto di un accesso preferenziale a questo bene di conforto.

E sì, perché alla Chef’s Cup ci si mette – chi più chi meno – in fila per tutto.
Democratico? Può essere, anche se vi ho detto che perfino la sottoscritta ha avuto in molte occasioni accesso preferenziale. Certamente un’ottima occasione per uno studio antropologico: gli italiani in generale diamo il meglio ed il peggio di noi nella fila e i gourmet non fanno eccezione!

gare

Gare

Che siano di sci, badminton, guida sulla neve a bordo di fiammanti Audi gli chef e le loro crew sulle nevi della Badia ci vanno per cucinare, mangiare e far mangiare, ma anche per sfidarsi e si divertono un mondo a favore di telecamere e non solo.

H

Se scrivo due N, mi abbonate una H vero? Perfetto allora procediamo!

internazionali

Internazionali

Tanti gli chef stranieri intervenuti, dall’Europa: Dieter Koschina del Ristorante Vila Joya (Portogallo) e dall’Austria Eckart Witzigmann, dall’Oriente: Lanshu Chen del Ristorante Le Moût di Taiwan e Norbert Kostner dell’Hotel Mandarin Oriental Thailandia. Dal Perù Matsuharu Tsumura del Ristorante Maido.

Lifestyle

Quella che inizialmente (ovvero quando in tutto erano 80 persone) deve essere stata una sorta di settimana bianca degli chef e degli addetti ai lavori, che tra una discesa e l’altra si mettevano ai fornelli per nutrirsi, divertirsi e confrontarsi è diventato un evento mondano con tanto di vip o presunti tali, in cui il profilo lifestyle ha decisamente preso il sopravvento.

Morelli

Giancarlo Morelli, bergamasco, classe 1959, da 20 anni chef patron del Pomiroeu. Giancarlo fin da piccolo ha avuto ben chiaro cosa volesse fare da grande: il cuoco e – aggiungo io – il collezionista di occhiali coloratissimi!

Il punto di partenza della sua cucina è il rispetto della materia prima, perché ha una sua teoria: il cibo va toccato poco, la purezza dei prodotti controllata.
Una stella Michelin appuntata sul petto, un ristorante a Seregno e uno a Marrakech, occhiali sorprendenti sempre sul naso, Giancarlo Morelli è fin dai primi anni uno dei promotori delle Chef’s Cup e da ciò che ho constatato ci si diverte ancora come un bimbo.

nespresso

N1Nespresso

Sono certa che se dico Nespresso a tutti si accende la lampadina, torna in mente il caro buon vecchio George con il suo “Nespresso, what else?” e le cialde colorate che contraddistinguono i Cru di caffè. L’ azienda leader nel mercato del caffè pre-dosato monoporzione, da qualche anno, è caffè ufficiale della Chef’s Cup e sbarca sulle nevi dell’Alta Val Badia con i suoi Grand Cru, regalando generose dosi di calda caffeina e dolcezza ai partecipanti. A parte il Nespresso Badminton time di cui vi ho già detto alla lettera B, ho assistito alla Nespresso Breakfast presso il parterre della Pista Gran Risa la mattina del 20 gennaio.

Protagonista della colazione l’atletico chef valtellinese Andrea Campi dell’Osteria al Dosso di Aprica (So) con i mini tortini friabili al cioccolato scuro e nocciole tostate da abbinare al Grand Cru Ristretto, le tartellette di frolla extra e variegate confetture di montagna da accostare al Grand Cru Espresso Leggero e le tuiles di mandorle, leggera crema chantilly e lamponi da assaggiare insieme al Grand Cru Espresso Decaffeinato. Dopo i tre caffè e i tre – o multipli di tre – dolcetti saremmo stati in grado di scalarla la Gran Risa, invece abbiamo preso la comoda ovovia, siamo saliti al Moritzino e da lì a quota 2078 metri, satolli ci siamo goduti i raggi di sole, aspettando il pranzo…duro lavoro.

N2Norbert Niederkofler

In un mondo in cui tutti conoscono tutti personalmente o fanno finta di conoscere tutti e che è tutto un Davide, Moreno, Mauro, Antonino, Enrico, Marianna, Aurora, Gennaro e poi si ovviamente MASSIMO – quest’ultimo pronunciato quasi sempre in un sorriso tra l’ebete e l’estatico – ed in cui i neofiti o girano con almanacco alla mano o annuiscono facendo finta di aver capito o come la sottoscritta se ne fregano. Con Norbert perfino io ho dovuto fare un eccezione, riferendomi a lui sempre e solo con il nome. Non grazie ad una acquisita confidenza, ma perché mio malgrado trovo il suo cognome veramente impronunciabile.

Comunque Norbert Niederkofler è lo chef patron del Ristorante St. Hubertus che ha dato vita alla Chef’s Cup per cui vi rimando alle lettera C!

Ospite

Non me ne voglia il caro Demapersempre ma quello di ospite è il bisticcio che più detesto nella lingua italiana. Ospite chi fa l’invito, ospite chi accetta l’invito. Dalle mie parti chi lo fa si mette nelle condizioni di soddisfare chi lo riceve e accetta e non viceversa. Sono una vecchia signora del sud o solo una blogger viziata?

piemonte

Piemonte

Il Piemonte con i suoi vini e le sue carni è stata la regione che ha animato la cena di lunedì 20 gennaio presso il Club Moritzino. “Il bue Grasso di Carrù dalla testa alla coda” così recava scritto l’invito e devo dire che non scherzava. Un tripudio di carne rossa succulenta e sanguinolenta battuta al coltello per la gioia di occhi e gola di tutti i partecipanti, tutti meno una. La sottoscritta che non mangia carne tritata o battuta e che però ha avuto modo di rifarsi abbondantemente con i bolliti e le tagliate, in un orgia di proteine e gusto.

Quattrocentomila

Quattrocentomila Euro è la cifra che pare abbia girato quest’anno attorno a questa manifestazione, nata come la settimana bianca degli chef amici di Norbert e diventata uno degli appuntamenti più ambiti dal popolo del cibo. Costantemente attanagliato dal morettiano “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?” Mi sa che da qui sono passati tutti almeno una volta e i numeri lo testimoniano: 1200 persone, 3000 i pasti serviti, 15 gli sponsor, 80 gli chef.

Raccolta

Raccolta di fondi, da sempre la Chef’s cup affianca alle attività ludiche un’attività benefica di raccolta fondi. Quest’anno pare siano stati 22 mila gli Euro devoluti in favore della Podini Foundation in supporto del progetto “Sustanible Development by Water and Sun” un progetto di sviluppo per una comunità rurale sulla costa dell’Eritrea e alla Fondazione Candido Cannavò, per sostenere un programma nato nel 2013 all’interno del carcere di Opera, che prevede l’introduzione di corsi sportivi per i detenuti.

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Scabin

S come Davide Scabin. Purtroppo temo che la maggior parte di voi lo conosca per le non entusiasmanti apparizioni tv, perfino mia zia ha storto il muso per “La terra dei cuochi”, o per le polemiche a mezzo stampa, ultima quella nei confronti della critica enogastronomica italiana, certo il soggetto in questione non è uno che fa il simpatico, ma Davide Scabin è uno dei migliori chef in Italia, qualcuno sostiene anche nel mondo ed alla Chef’s Cup ha dato vita ad una indimenticabile bagna cauda da mangiare intingendo con le mani la pasta nel piatto con la crema. Un piatto per cui sono/siamo letteralmente impazziti.

tuiles

Tuiles

Le tuiles alle mandorle, chantilly e lamponi sono il piccolo capolavoro di goduriosa dolcezza preparate da Andrea Campi per essere abbinate al caffè Grand Cru Espresso se per caso vi ritenete all’altezza potete cimentarvi con la ricetta che Andrea ha voluto concedere:

Ingredienti per una quarantina di Tuiles piccoli:
Tuiles
– 125 gr mandorle affettate
– 125 gr di zucchero semolato
– 2 albumi
– 20 gr di farina 00
– 25 gr burro

Amalgamare bene mandorle, zucchero, bianchi d’uovo e successivamente incorporare il burro precedentemente sciolto e caldo. Far riposare un paio d’ore e infine aggiungere la farina.
Stendere con il dorso di un cucchiaio, bagnato d’acqua fredda, la quantità desiderata su un foglio di carta da forno.
Infornare a 150°C per 15 minuti.
Estrarre ancora caldi e modellarli a forma di cestino.

Chantilly (crema pasticcera + panna montata)
Crema Pasticcera
– 500 ml latte
– 3 rossi d’uovo
– 150 gr zucchero
– 35 gr farina 00

Emulsionare i rossi d’uovo con lo zucchero, successivamente aggiungere la farina e infine il latte precedentemente scaldato.
Porre il composto sul fuoco fino all‘addensamento della crema.
Quando la crema pasticcera fredda aggiungere la panna montata.
Guarnite le tuiles con la crema e il lampone.

ultima

Ultima

Ultima volta che mangio cose buonissime e mi metto su un qualsiasi mezzo di trasporto subito dopo per fare prima cinque ore di percorso in macchina e poi un’altra ora in treno. Ad un pranzo come il Barbecue fatto sulla bella terrazza del Cisa Salares in cui hanno messo mano alla griglia dal giovane e promettente Lorenzo Cogo, a Paolo Parisi, Matteo Metullio, Jackie Cameron e molti altri, dovrebbero seguire almeno un paio d’ore di chiacchiere e riposo!

Vino

Sarebbe meglio parlare di vini, molti vini e anche molto vino hanno innaffiato la settimana della Chef’s Cup. Dai piacevoli vini locali, alle bollicine italiane dello sponsor, ai rossi corposi del Piemonte, fino ai passiti siciliani che hanno accompagnato i dolci.

Zuzzurelloni

Zuzzurelloni!

foto di Francesca Arcuri

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