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Il concetto di Bed & Breakfast non l’hanno certo inventato loro ma in pochi anni—la società è stata fondata nel 2007 ma di fatto il sito è stato lanciato nella primavera del 2009—complice anche la sempre più capillare diffusione degli smartphone e il cambio drastico delle abitudini di viaggio in seguito alla crisi economica, Airbnb è diventato uno dei siti di maggior successo nel settore “ospitalità”, con milioni di notti prenotate e un giro d’affari in continua crescita, basato sul rapporto diretto tra chi cerca un posto letto, magari anche per una sola notte, e chi affitta una stanza di casa propria, la mansarda della nonna, un loft metropolitano o un appartamento “d’autore” con dentro il meglio del design contemporaneo.

Su Airbnb c’è di tutto, dal buio sottotetto alle sistemazioni più straordinarie e bizzarre che si possano trovare. Ed è proprio a queste ultime che il portale ha dedicato la sua ultima campagna pubblicitaria realizzata dall’agenzia americana Pereira & O’Dell che partendo (per la tangente) proprio dal nome—Airbnb—ha cercato le case più particolari tra quelle disponibili sul sito, ne ha fatto realizzare delle copie in miniatura da un gruppo di esperti artigiani e le ha trasformate in casette per gli uccelli, i viaggiatori per antonomasia, che però poi tornano sempre al nido.

Da Airbnb, dunque, a Birdbnb: un’immagine poetica che però al contempo strizza l’occhio pure a tutto quel segmento culturale e commerciale—quello dei “nuovi artigiani”, dei makers—che non a caso è poi il target principale (almeno a livello di comunicazione) del servizio.

airbnb_birds

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