La sua creatrice li definisce gioielli vivi da coccolare: trattasi di veri micro giardini da appendere al collo, che fungono da giaciglio per licheni stabilizzati inseriti nella porcellana modellata a mano.
La designer e ceramista Eleonora Ghilardi crea pezzi unici da indossare e “coltivare” con cura ed amore, dato che necessitano di essere indossati con qualche piccolo accorgimento.
Gioielli preziosi che raccontano l’amore per i viaggi e per la natura, le cui forme vengono ricreate da allusioni alla terra e al mare tra crateri, mondi in miniatura, conchiglie e forme celesti. Piccoli dettagli quali spille, collane ed orecchini tutt’altro che fragili, considerato il processo che prevede 3 giorni di cottura della porcellana a 1200 gradi. Del resto, Fra tutte le arti, non ne conosco di più avventurose, di più incerte e quindi di più nobili, di quelle che richiedono l’uso del fuoco, come recita l’home page del sito dell’artista, alludendo al poeta francese Paul Valéry.
Una collezione da una parte piena di carattere, robusta, originale, ma che ha anche bisogno di essere accudita con attenzione, dato che i pezzi unici creati da Eleonora richiedono di vivere in ambienti umidi in modo tale da non deturpare l’equilibrio di queste eleganti aiuole in continua trasformazione.
Svariati i riconoscimenti della designer bergamasca, come si evince dalla sua bio: degni di nota soprattutto la menzione speciale ricevuta a Firenze nel 2013 durante la manifestazione Moda Etica ed i recenti successi al salone Natura Donna Impresa, presso lo Spazio Asti di Milano.
Un’artista a 360 gradi che dal 1987 crea sculture, gioielli e complementi d’arredo, destreggiandosi tra porcellana, vetro ed argilla da reinventare in maniera responsabile. Gioielli per sempre, dato che non si limitano ad essere creati e venduti, ma coinvolgono l’acquirente, che non può abbandonarli in un cassetto.
Perché, Eraclito docet, panta rei, e l’arte pure.
[Colonna sonora consigliata]