Quando ci si trova a fare lo stesso mestiere per tanti anni, per decenni, oltre (si spera) a sviluppare un proprio stile si vanno cementando tutta una serie di certezze che pian piano allontanano da quella che era la visione iniziale del lavoro come missione, come fuoco che brucia, portandosi dietro tutta l’urgenza, spinta dalla passione e dalla propria ricerca personale: metaforicamente si smette di stare attaccati a un palloncino che non si sa come ma vola e si inizia a camminare sulla solida, rassicurante terra. È un grande classico della letteratura di tutti i tempi, riproposto in migliaia di varianti dai poemi epici al cinema: il vecchio leone che con crudo realismo tarpa le ali alla giovane promessa.
Nel caso di Young Frank, libro illustrato appena pubblicato dal MoMA di New York, la giovane promessa si chiama appunto Frank ed è un ragazzino che da grande vuol fare l’architetto. E allora si mette a costruire assurdi edifici e strani mobili utilizzando tutto ciò che ha attorno, compresi piatti, libri, cucchiai, maccheroni e pure il suo cane Eddie.
Anche il nonno del giovane Frank è un architetto. Si chiama Frank pure lui. Il vecchio Frank. E il vecchio Frank non fa che criticare il nipotino. Quando questo costruisce una sedia utilizzando i rotoli di carta igienica il nonno dice che quella sedia sarà impossibile da usare e che dopotutto gli architetti non progettano mica sedie! Quando il giovane Eddie si mette a disegnare un’intera città su un grande foglio di carta il vecchio Frank dice che le città non si possono mica immaginare così, che bisogna piuttosto pensare a un edificio alla volta e che ci vogliono centinaia di anni per costruirli tutti.
Il piccolo Frank, demoralizzato, pensa che dopotutto non sia così interessante fare l’architetto. Allora il nonno decide di portarlo al museo (che ovviamente è il MoMA) per mostrargli i veri architetti. E lì la vera scoperta la farà il vecchio Frank…
Ideato e illustrato da Frank (!) Viva, Young Frank è il primo di una serie di libri che il designer ed illustratore americano sta realizzando in collaborazione con il museo newyorkese.
Non credo ci sarà mai un edizione italiana (purtroppo) ma visto che non si tratta certamente di un inglese complicato da tradurre potrebbe sempre essere un bel regalo per figli o nipotini col pallino delle costruzioni. E per capire, guardandoti allo specchio, se pure tu stai diventando un “vecchio Frank”.